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  • Marotta: 'Conte, ci sono le basi perché resti a lungo'

    Marotta: 'Conte, ci sono le basi perché resti a lungo'

    Ospite di Primo Piano, trasmissione di Darwin Pastorin su Juve Channel, l'ad della Juve Beppe Marotta ha parlato a 360° della Juventus. Ecco gli spunti più interessanti, così come raccolti da Tuttosport. 
     
    GIOVANI JUVE - «Coronamento di un percorso iniziato tre anni fa, con il successo più prestigioso che mancava da tempo nella bacheca del club. Orgogliosi e felici per loro e per la Juve. Abbiamo 78 giovani sparsi tra Italia e estero, di proprietà o comproprietà (pochi) con altre società. Solo in B ci sono 18 giocatori nostri, in A abbiamo elementi come Gabbiadini e Immobile...Il punto lo faremo a fine campionato quando con lo staff tecnico valuteremo chi possa essere un cavallo di ritorno»
     
    AGNELLI, L'ARRIVO E IL MODELLO JUVE - «Andrea Agnelli è prima di tutto un tifoso della Juventus. Un appassionato di calcio e di sport che lavorativamente si è confrontato giovanissimo con il mondo aziendale e ricopre al meglio il ruolo di numero uno dell'azienda Juventus, che va oltre i 200 milioni di fatturato. Il suo segreto è credere nell'autonomia dei suoi manager, che si possono muovere, me compreso, nel modo che ritengono migliore per far crescere la società. Il mio arrivo alla Juve è una conseguenza dell'arrivo di Andrea Agnelli, che ha dato l'impronta a tutto il processo di cambiamento, portando senso di appartenenza e continuità unito a un grande entusiasmo e a un'esperienza calcistica importante. Da lì è nata una società forte e quindi una squadra forte. Abbiamo creato un modello di riferimento diverso da quello che c'era prima, creando nuove figure nell'area tecnica, commerciale e amministrativa» 
     
    CONTE SCELTA DECISIVA. QUALCHE ERRORE IN COSTRUZIONE - «Nell'arco di tre anni i giocatori in entrata e in uscita sono stati più di trenta, è chiaro che ci sono stati degli errori, ma la scelta fatta di affidarsi a un leader dell'area tecnica, un allenatore dalla forte personalità e dalla forte appartenenza al club è stata decisiva». 
     
    SU PIRLO, POGBA, VIDAL - «L'opportunità va colta. Quando consensualmente Pirlo e il Milan si sono separati, ci siamo confrontati con il giocatore, ne abbiamo parlato con Conte che ha dato il suo avallo e abbiamo definito l'aspetto contrattuale. Pirlo è il simbolo della mia gestione, un giocatore con un grande palmares ma non più giovane, prenderlo mi esponeva al rischio di essere criticato ma alla fine abbiamo vinto una grande scommessa. non ci dormivo la notte i primi giorni...Io ci metto la faccia, ma ricordo sempre che dietro di me c'è una struttura all'avanguardia con Paratici, Rossi, Cherubini, gli allenatori delle giovanili...Gente che fa lavoro oscuro, di monitoraggio, di scouting importantissimi. Pogba? È legato a noi con un contratto che rappresentava un investimento per il futuro e siamo contenti che abbia accelerato questo processo. Resta con noi. Vidal è stata un'intuizione della società, valorizzata dall'allenatore e la nostra volontà è quella di trattenerlo, la Juve non è una società venditrice e abbiamo obiettivi importanti da centrare». 
     
    SU CONTE - «Conte con noi ha iniziato un suo percorso professionale di alto livello, è in piena simbiosi con la società e ci sono le basi perché resti tantissimi anni, perché gli obiettivi da raggiungere sono elevati» 
     
    SUL MERCATO - «La cosa difficile è coniugare eccellenti risultati sportivi con eccellenti bilanci. Il Fair Play voluto dalla Uefa sta cercando di mettere un freno alle spese folli fatte in questi anni da molti club, alcuni dei quali spariti proprio per queste follie. Abbiamo l'obbligo di rispettare dei limiti economici, senza abbandonare l'idea di vincere che è insita nella società». 
     
    SULLA CHAMPIONS - «Champions? I risultati non sono figli solo degli investimenti bensì sono figli della programmazione, vogliamo creare un modello vincente che possa raggiungere qualsiasi obiettivo».
     
    PELÈ E MARADONA I CALCIATORI PIU' FORTI - «Rivera e Suarez, Sivori, Haller, Del Sol erano i profili dei calciatori che seguivo e che avrei voluto emulare, ma la mia carriera da giocatore è finita abbastanza presto. Il giocatore più forte che ho apprezzato è stato Pelé, quando ero giovanissimo. Poi naturalmente Maradona, che coinvolgeva completamente».

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