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  • Mascherina via da luglio. E' finita? Come finisce? Non finisce, ecco come
Mascherina via da luglio. E' finita? Come finisce? Non finisce, ecco come

Mascherina via da luglio. E' finita? Come finisce? Non finisce, ecco come

  • Mino Fuccillo
    Mino Fuccillo
Estate e mascherina non vanno d'accordo, via dunque la mascherina obbligatoria anche all'aperto. Vi sono ottime ragioni a sostenere questa scelta, sia di natura sanitaria che economica, cui si deve aggiungere un dose di realismo rispetto al lento ma progressivo venir meno del rispetto della mascherina all'aperto. Ottime ragioni che dovrebbero essere accompagnate da un corollario, obbligatorio no ma doveroso e intelligente sì: via la mascherina dalla faccia. ma sempre la mascherina in tasca. Perché nei luoghi affollati e quando c'è contatto ravvicinato e prolungato la mascherina sarebbe saggio e utile prenderla dalla tasca e indossarla. Anche questa estate. A differenza di quanto abbiamo fatto la scorsa di estate. Niente mascherina in volto ma mascherina in tasca per quando serve. Faremo davvero così? 

Coronavirus e Covid, come finisce? - Coronavirus resta su pianeta Terra per l'orizzonte temporale oggi a nostra disposizione. Resta perché di pianeta Terra è vaccinata una porzione, sostanzialmente mezza Europa ed America del Nord e, per quel che se ne sa, quasi mezza Cina. E resta perché anche nelle società occidentali non tutti sono e saranno vaccinati. Ad oggi metà della popolazione di quel che chiamiamo Occidente è vaccinata mentre Africa, Sud America e vaste zone dell'Asia hanno percentuali di vaccinazioni minime. A fine 2021 si può calcolare resti da vaccinare il 70% del mondo mentre tra le popolazioni dei paesi ricchi (quelli a maggior tasso di vaccinazione), resterà almeno un 30% di popolazione non vaccinata (anche per sua scelta). Quindi coronavirus resta almeno per il 2021-2022 perché ha e avrà ampie quantità di popolazione potenzialmente infettabili.

Coronavirus resta, resta anche Covid? - Covid malattia resta, ma in quantità e, se così si può dire, qualità minori. Anche senza voler sognare l'arrivo veloce della pillola che impedisce la replicazione virale (negli Usa tre miliardi per ricerca e sperimentazione) di Covid ci si ammalerà in maniera meno grave e meno letale (almeno nei paesi via via vaccinati). Focolai e routine endemica: di Covid si morirà come da incidenti stradali. Covid causa di morte, meno che di cuore o tumore, più che di influenza. Si chiama endemicità e nella vasta e chissà quanto lunga endemicità coronavirus svilupperà le sue varianti e farà il suo percorso di evoluzione-sopravvivenza. Probabilmente muoverà in direzione di convivenza (infettarla non ammazzarla) con la specie ospite, quella umana. Più improbabilmente muoverà in direzione di una maggiore letalità. Nel frattempo le società degli umani vivranno non proprio come nulla fosse, ma quasi. Stimeranno un numero di vittime socialmente accettabile e adotteranno la strategia collettiva loro consueta: correre ai ripari in caso di calamità sopraggiunta e manifesta, disdegnare ripari e prevenzione (e i loro costi) in caso di calamità futura o anche semplicemente incombente. Aiutati, gli umani e le loro società, a sopravvivere, nonostante questa non astutissima strategia. Aiutati da chi? Dalla scienza, dalla medicina, dalla tecnologia. Cui gli umani si rivolgono come fossero divinità, benefiche o malefiche a seconda dei gusti, umori, culture, paure. Coronavirus resterà, per qualche anno ancora, quanti non è dato sapere. Covid meno, vaccini e cure e nuove cure diranno quanto meno resterà la malattia. Ben più saldo e immoto resterà il pensiero magico con cui chiediamo alla scienza miracoli (non ne fa) e con cui allestiamo riti di scongiuro-negazione-maledizione. 

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