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Massimo Mauro: con Luis Enrique, Allegri è la delusione del campionato

Massimo Mauro: con Luis Enrique, Allegri è la delusione del campionato

Finito il campionato, è tempo di bilanci. Delusioni e rivelazioni, conferme e sorprese: dalla Juve all'Inter, da Montella a Luis Enrique. Nomi e volti di una lunga stagione che ha riservato anche l'addio di tanti campioni. 

Le squadre rivelazione
La Juve, che ha sovvertito il pronostico per lo scudetto: il Milan era favorito ma alla fine i bianconeri hanno vinto il titolo con pieno merito. Ma è una rivelazione anche il Catania, che ha disputato un ottimo campionato, senza mai rischiare nulla, anzi arrivando a sognare l'Europa.

Le squadre delusione
Sono due: l'Inter, perché non è mai stata in grado di lottare per lo scudetto e per le prime posizioni, ma anche il Genoa, che si è salvato all'ultima giornata pur avendo l'organico e la possibilità di disputare un campionato quanto meno tranquillo.


Le conferme
Su tutte Udinese e Lazio, che hanno ripetuto il bel campionato dell'anno scorso, sempre ad alti livelli. Ma vanno ricordate anche il Chievo, il Bologna, il Parma e lo stesso Cagliari: sono squadre che riescono a stare stabilmente in serie A, realtà dove si può lavorare tranquillamente senza troppi stress e che producono anche un buon calcio. 

La squadra 'paradosso' 
Il Napoli non può essere considerato una delusione perché ha sfiorato i quarti di Champions ed è arrivato in finale di Coppa Italia, però rimango convinto che l'organico gli avrebbe consentito di andare molto meglio in campionato. Invece ha gestito malissimo le partite con le squadre medio piccole. Bisogna riconoscere che il Napoli ha sbagliato gli acquisti di centrocampo e difesa, Mazzarri ha fatto giocare sempre gli stessi 13 uomini: in queste condizioni non si può fare bene in tutte le competizioni. Lavezzi, Cavani, Hamsik e Pandev sono superiori a Vucinic, Matri e Pepe, ma allora dipende anche da come la squadra gioca: ed è innegabile che la Juve ha giocato meglio e la Lazio e l'Udinese hanno sviluppato un calcio più redditizio, per cui sono arrivate avanti.

Gli allenatori migliori
Antonio Conte merita la copertina, perché ha vinto al primo anno in una grande squadra: si è assunto anche tantissime responsabilità non sue. E' questo fa di un allenatore normale un grande tecnico. Ha rischiato, vedi le scelte di Bonucci e borriello, è stato il migliore nella gestione dei momenti difficili e della 'questione' Del Piero, il migliore anche a convincere i giocatori a giocare sempre all'attacco. Spero solo che non ricada nell'errore commesso dopo Parma, cioè quello di usare il passato della Juventus per difenderne il presente e il futuro. È doveroso per un tecnico difendere il prestigio della squadra e della società, ma non si deve fare strumentalizzando il passato. Insieme a Conte l'altro personaggio rivelazione è Montella, che ha guidato il Catania con intelligenza dandogli anche un bel gioco. 

I tecnici delusione
Luis Enrique è la delusione del campionato. Difficoltà e stress ci possono stare, ma l'accoglienza che ha avuto a Roma è stata straordinaria: il pubblico ha adottato lui e il progetto e sua la maniera di giocare e invece alle prime difficoltà lascia. Tra le delusioni non posso non mettere Allegri: non l'avrei fatto se non avesse perso i punti scudetto in due partite in casa (con Fiorentina e Bologna) che sulla carta sarebbe stato impensabile non vincere. Lo scudetto è stato perso in queste due partite ed è molto grave: a discolpa del tecnico rossonero e del Milan c'è però l'annata 'tragica' per gli infortuni. Se si considera questo aspetto quella rossonera è stata comunque una grande stagione: al completo o solo con qualche assenza il Milan sarebbe arrivato davanti, nonostante la Juve abbia fatto vedere un calcio migliore. Ma l'organico rossonero era sicuramente superiore. 

I giocatori
Quelli che mi hanno impressionato di più sono due e sono della Juve campione d'Italia, Vidal e Pirlo. In negativo invece faccio i nomi di Heinze della Roma e Lucio dell'Inter. 

L'episodio (da dimenticare)
Il fatto più brutto di questo campionato è quanto accaduto a Marassi con il Genoa: io conosco i tifosi rossoblù e so quanto sono innamorati della propria squadra, ma non c'è spiegazione né giustificazione o comprensione quando l'amore fa fare follie. Queste vanno punite severamente. 

La Nazionale
Credo che la Nazionale corra un rischio enorme: i giocatori di statura internazionale con Prandelli sono veramente pochi (su tutti Buffon, Pirlo e De Rossi), il resto sono buoni giocatori con poca esperienza. Speriamo che non sia un handicap. Ci si lamentava che i giovani non venivano utilizzati finché ormai non erano 'invecchiati', ora di giovani inesperti ad alti livelli ce ne sono troppi. È un grande rischio, ma l'Italia potrebbe essere anche la sorpresa. 

Il ricordo
Un pensiero non può non andare a Piermario Morosini, anche se la sua morte è avvenuta su un campo di serie B. Spero che il calcio non viva mai più un dramma come quello del giocatore del Livorno e che in futuro non si debba più soccorrere un calciatore in mezzo al campo durante una partita.

Il saluto
Lasciano il campionato Del Piero, Gattuso, Inzaghi, Nesta. Sono giocatori che hanno fatto la storia del campionato italiano e sono patrimonio dei tifosi, amati e rispettati anche da quelli avversari. L'emblema è Del Piero, che è riuscito ad apparire, lui sì, 'bipartisan'. Metterebbe d'accordo alti e bassi, magri e grassi, bianchi e neri, destra e sinistra. E' un addio che nessuno vuole, tutti siamo d'accordo, ma Del Piero se ne va lo stesso: tra gli applausi di tutti quanti, compresi quelli che non lo vogliono più. Magari un giorno ci racconterà cose avrebbe voluto dire e non ha detto del rapporto con Lippi, Capello, Ranieri, Ferrara, Conte e Andrea Agnelli. Un giocatore così amato e venerato dai tifosi ha avuto difficoltà con gli allenatori: sarebbe bello che Alex avesse un giorno voglia di dire liberamente il suo punto di vista, che non può essere solo quello pubblico, senza paura di offendere o fare polemiche. Ci sarà un'altra verità anche per Del Piero. E spero che Totti non smetta mai di giocare, perché è l'ultima bandiera rimasta.   

 

Massimo Mauro Repubblica.it


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