Calciomercato.com

  • E' tornato Mazzarri: senza stampa e social, sarebbe tra i primi 10 in Europa

    E' tornato Mazzarri: senza stampa e social, sarebbe tra i primi 10 in Europa

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Mazzarri ha un solo, vero nemico. Se stesso. Ricorda per certi aspetti Spalletti. Ombre dappertutto. Se fosse possibile riportarli al Medioevo della comunicazione, senza social, giornali, tv, radio, siti, senza conferenze stampa, senza esclusive, senza rapporti da curare (o anche solo da tenere) con il mondo esterno, quei due sarebbero fra i primi 10 allenatori d’Europa. Ma a noi interessa proprio l’allenatore e Walter Mazzarri sta dando una nuova dimostrazione del suo valore.

    La somma delle qualità individuali delle sue squadre non supera mai la somma della qualità collettiva. Il Torino è l’ultimo esempio. Presi uno per uno, e tolta qualche eccezione (Sirigu, Ansaldi, Belotti solo quando è se stesso), tutte le squadre in corsa per la Champions hanno valori individuali superiori al Toro. E’ così dai tempi del Livorno, quando lo portò in A con pochi pronostici a favore. Era la stagione 2003-04, da allora ha sbagliato poco o niente. Ha fatto il miracolo con la Reggina, ha fatto crescere la Sampdoria, ha riportato il Napoli in Champions League dopo 21 anni, ha resistito (e anche in alto) finché ha potuto nell’Inter del passaggio da Moratti a Thohir, e dopo l’anno di Watford il ritorno da protagonista a Torino.

    Non ha mai avuto grandi squadre, anche nell’Inter doveva gestire la fine del ciclo dei triplettisti, c’erano ancora Milito, Zanetti, Samuel, Cambiasso, con l’inizio di qualcosa che, come si è visto negli anni successivi, aveva contorni nebulosi. A Napoli, arrivò in Champions con Cavani, Lavezzi e Hamsik, ma anche con Aronica, Campagnaro, Gargano, Pazienza, Zuniga e Grava. E per giocare la Champions, De Laurentiis gli acquistò Pandev, ma anche Donadel, Dzemaili e Inler. Buoni giocatori, nessun campione. Se paragoniamo il Napoli di Mazzarri a quelli di Benitez, Sarri e Ancelotti, il livornese gongola. Ma questo è il valore di Mazzarri, migliorare, portare nuove conoscenze nella squadra, arricchire ogni giocatore sul piano tecnico e tattico. Si racconta che alla vigilia di un Napoli-Juventus sia stato Giorgio Chiellini, diventato interprete della difesa a 3 di Mazzarri nel Livorno della promozione, a suggerire a Conte di schierare proprio la difesa a 3 per evitare problemi seri.

    A Torino sta realizzando qualcosa di inaspettato, almeno per gli altri. Probabilmente è la squadra che riflette meglio il suo pensiero di calcio, dove ogni spazio, ogni compito, ogni duello è ragione di vita. L’idea di marcare a uomo il centrocampo del Milan nasce dalla sua convinzione, potremmo dire dalla sua mania, di avere tutto sotto controllo, a cominciare dal campo. Quando Lukic si è messo su Bakayoko c’era da scommettere che sapesse pure quanti centimetri era lunga la sua barba. Mazzarri è questo, un miglioratore.


    Altre Notizie