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  • Szczesny l'ha rifatto, rigore parato anche a Messi: i segreti dello specialista della Juve

    Szczesny l'ha rifatto, rigore parato anche a Messi: i segreti dello specialista della Juve

    • Andrea Ajello
    Nella Polonia di Zielinski e Lewandowski, a fare la differenza è ancora una volta Wojciech Szczęsny. Sempre più leader e certezza della Juve ma anche della sua nazionale. E se il Mondiale per la squadra di Michniewicz ha ancora un senso, il merito è proprio del portiere polacco che prima contro l'Arabia ha salvato tutto intuendo il rigore calciato da Al Dawsari e deviando con un intervento ancora più miracoloso il tiro di Al Breik. Poi, stasera, contro l'Argentina, si è ripetuto sul migliore di tutti, Leo Messi, neutralizzando un rigore a dire la verità dubbio da lui stesso provocato. La Polonia è qualificata come seconda anche e soprattutto grazie ai miracoli del suo numero 1.

    NULLA PER CASO - "Avevamo studiato e analizzato i rigoristi del Milan con il nostro preparatore ed è un lavoro che ha dato i suoi frutti", così Szczesny commentava il rigore parato a Niang quando ancora giocava a Roma. Ma non è l'unica dichiarazione del portiere in merito allo studio di questo fondamentale: "L’analisi dei rigoristi è molto importante, col mio preparatore della Juventus Claudio Filippi prima del match facciamo mezz’ora di analisi degli avversari e sui rigoristi". Oltre allo studio e alla capacità innata, anche un pizzico di furbizia. Sul rigore parato a Al Dawsari, quel piede, posizionato appena fuori dalla riga di porta. Sul penalty di Messi, un balzo felino sulla sua sinistra a calamitare il pallone e respingerlo. Centimetri, forse millimetri difficilmente percettibili ma che possono insieme a tutti gli altri dettagli, fare la differenza. In carriera sono 26 su 86 i rigori parati, quasi uno su tre, difficile fare meglio.


    L'IMPORTANZA DELLA MEDITAZIONE - La meditazione, fattore chiave nella vita di Szczesny e che come lui stesso ricorda, condiziona in positivo anche ciò che succede in campo: “I miei esercizi servono a pensare sempre al presente, la testa deve essere sgombra da ciò che è successo e ciò che succederà: solo così puoi fare 90 minuti al top." C'è anche questo dietro la crescita continua del Polacco, forse troppo sottovalutato in passato. Meditazione, analisi dei dettagli e la forza di chi da ragazzo si ruppe le braccia ma decise ugualmente di usarle per diventare uno dei portieri più forti al mondo.

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