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  • Ranieri come Bagnoli. Fiducia a Brocchi

    Ranieri come Bagnoli. Fiducia a Brocchi

    Che grande impresa ha portato a termine Claudio Ranieri col suo Leicester! E che grande gioia ha regalato a tutti gli allenatori italiani, me compreso, felici soprattutto per quello che Claudio rappresenta a livello umano! Una vittoria così vale come lo scudetto del Verona del 1985, è un successo strepitoso che cancella tanti anni di giudizi impietosi ed etichette assolutamente fuori luogo. E’ il trionfo di un tecnico estremamente preparato sotto il profilo tattico, ma che ha saputo dimostrare a tutti quanti quanto sia importante essere oggi soprattutto gestori di uomini.

    Ranieri è innanzitutto una grande persona, che ha sempre preferito fare due passi indietro al protagonismo di certi suoi colleghi, sapendo affrontare tutte le sue esperienze con classe ed eleganza. Ha saputo farsi amare da tutti anche all’estero proprio grazie ai modi, al suo modo di imporsi. Ha compreso immediatamente il valore dei calciatori che aveva a disposizione e che l’unica maniera per ottenere risultati era essere un gruppo forte, coeso, e in cui il gioco in verticale doveva essere la prerogativa. Ma, ribadisco, è soprattutto l’aspetto umano ed emozionale ad emergere da questa favola, perché i ragazzi del Leicester si vogliono bene, vivono le cose belle e brutte del campo insieme, come un collettivo. Sono sicuro che vadano al campo di allenamento con una gioia che altri non hanno e che vivano le dinamiche di spogliatoio in maniera molto più intensa che altrove. E’ il trionfo del calcio delle persone su quello dominato dai soldi. Ranieri è persona per bene che ha subito troppi giudizi negativi e mi auguro davvero che arrivi il momento in cui si toglierà tanti sassolini dalle scarpe.
     
    FENOMENO TOTTI - E’ stato un fine settimana di enormi emozioni e altre ce le ha regalate un Francesco Totti che non finisce di stupire. E’ un campione e da un giocatore così ti aspetti sempre qualcosa di nuovo, di sorprendente, ma indubbiamente la rivalità con la società delle ultime settimane gli ha regalato ulteriori stimoli. E’ incredibile quello che Totti sta facendo anche da subentrante: è come se tutta la carica accomulata per la diatriba sul rinnovo la riversasse immediatamente in campo, lo si vede che ha una determinazione pazzesca di incidere sulla partita, di essere decisivo. Il calcio è meraviglioso, perché fino a due mesi fa era anche naturale fare certi discorsi su un suo probabile addio alla Roma, ma Francesco ha saputo ribaltare un verdetto scritto e oggi è impensabile fare a meno di lui.
     
    LARGO ALLE BANDIERE - La sua vicenda, come anche quella di Del Piero nella Juve o Maldini al Milan (osannato a Bilbao nel weekend) evidenziano come in Italia non siamo in grado di gestire il percorso delle bandiere, dei calciatori che hanno scritto pagine importanti in una qualsiasi società, dal campo ad un ruolo dirigenziale. C’è poco merito, prevalgono le gelosie e le invidie da parte di certi dirigenti evidentemente poco competenti. I grandi campioni devono essere visti come risorse, come opportunità per i club e non come personaggi ingombranti. Chi l’ha detto che la luce che illumina una leggenda, una bandiera, non possa far brillare anche la sua squadra di appartenenza?
     
    AVANTI CON BROCCHI - Concludo soffermandomi per un attimo sulle grandi difficoltà che il Milan sta attraversando in questo finale di campionato. Brocchi è una persona matura e intelligente e aveva messo in preventivo di incontrare qualche problema, perché ci vuole tempo ad imporre le proprie idee a dei calciatori; basti pensare a Honda, che per 8 mesi ha giocato sulla fascia e oggi deve riabituarsi ad un ruolo più centrale. Se contro il Verona era effettivamente venuta a mancare la reazione caratteriale, contro il Frosinone il Milan ha creato tanto e un paio di errori tecnici hanno condizionato l’andamento della partita (quello di Alex sull’1-3 e il rigore di Balotelli, ndr). Mi è però piaciuto il postpartita di Brocchi, l’ho trovato sereno e lucido nell’analisi della gara e credo che meriti fiducia per quello che sta facendo.

    Cesare Prandelli

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