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Mertens si veste da Maradona nella notte di Diego: Napoli mostruoso, Spalletti solo in testa

Mertens si veste da Maradona nella notte di Diego: Napoli mostruoso, Spalletti solo in testa

  • Alberto Polverosi
    Alberto Polverosi
C’era la mano di Diego, l’anima di Diego e c’era pure l’altro piede di Diego, il destro, che Dries Mertens gli aveva chiesto in prestito per una sera speciale da vivere, celebrare e vincere al “Maradona” nella notte di Maradona e del Napoli. Il suo primo tempo è stato perfetto, pieno di un calcio di un livello irraggiungibile per la Lazio, ma forse, in questa partita, anche per altri avversari più dotati. Tre a zero dopo mezz’ora, quattro a zero alla fine, Lazio annientata, spazzata via dalla doppietta pazzesca di Mertens e dal gol di Zielinski, figli ingrati di Maurizio Sarri. Se il belga dà ancora spettacolo segnando a raffica come centravanti è perché lì ce l’ha messo lui, Sarri, e se Zielinski detta legge con la sua tecnica è perché lo stesso Sarri, fin dai tempi di Empoli, l’ha tirato su con le sue conoscenze. A Spalletti mancavano Anguissa e Osimhen, ma nessun rimpianto: Lobotka (150 palloni giocati, nessuno come lui) e Mertens sono stati protagonisti come tutta la squadra.

CALCIO DA URLO - Il Napoli è scattato in testa al campionato, il Milan ora è a -3 e anche l’assalto dell’Inter (a -4) è stato respinto, almeno per il momento. Al comando ci va una squadra che in questo scontro diretto ha giocato un football meraviglioso. E’ partita a mille ed ha segnato dopo appena 7'con un sinistro di Zielinski, ma in fondo a un’azione dominata dalla tecnica napoletana: Koulibaly, Lobotka, Mario Rui passaggio al centro per Mertens, apertura a destra per Lozano, palla in area, tocco maldestro di Cataldi, altro tocco di Mertens, tentativo disperato di Acerbi, palla sul sinistro di Zielinski, Reina battuto. Cinque passaggi, un rimpallo, gol. La Lazio è affondata subito, incapace di reagire è stata attaccata con forza e qualità dal Napoli. Che ha raddoppiato tre minuti dopo con un capolavoro di Mertens, ma anche in questo caso dopo un’azione travolgente.

CAPOLAVORO/1 CON 17 PASSAGGI - Vale la pena ripercorrerla per intero: Insigne ha recuperato palla nella propria area di rigore (!) su attacco fallito di Felipe Anderson, palla a Mario Rui, Koulibaly, Lobotka, Di Lorenzo, Lobotka, Koulibaly, verticalizzazione per Mertens, Fabian Ruiz, Insigne, Mario Rui, Koulibaly, Lobotka, Rrahmani, Zielinski, Lobotka, Fabian Ruiz, lancio per Insigne, controllo di esterno destro, assist al limite dell’area per Mertens che ha messo col sedere per terra prima Acerbi e poi Patric, in piena area ha guardato Reina e piazzato la palla all’incrocio. Anche Diego, da lassù, ha applaudito. L’ultimo errore è stato di Patric che, messo in campo per marcare Insigne, se n’è proprio dimenticato, ma in tutta l’azione era assente la Lazio intera. Era già saltato tutto il centrocampo: Cataldi fuori partita, come Milinkovic e Luis Alberto. Il dominio napoletano era ovunque, ma in mezzo al campo la differenza era impietosa.

CAPOLAVORO/2 - La notte di Mertens e del Napoli non è finita lì. Con classe e cattiveria, la squadra di Spalletti si sarebbe ancora approfittato della crisi spaventosa della Lazio. Difficoltà che si poteva intravedere anche nella prima ammonizione, quella di Luiz Felipe, presa per un fallo su Fabian Ruiz dopo che Mertens gli aveva soffiato la palla in uscita. Nel buio del suo primo tempo, la Lazio ha avuto un paio di bagliori, il primo con un destro al volo di Luis Alberto (grande deviazione in angolo di Ospina), il secondo con un colpo di testa di Acerbi, dopo un angolo di Luis Alberto, che ha toccato la traversa. Quattro minuti ancora ed ecco il secondo capolavoro di Mertens: da Insigne a Fabian Ruiz, palla larga a destra per Lozano, cross corto al centro e destro al volo da fuori area di Mertens sul secondo palo. Il “Maradona” è venuto giù. Per Dries era il gol numero 26 dalla distanza in campionato.

POI GESTIONE - Sul 3-0 il Napoli ha inevitabilmente rallentato il ritmo nel secondo tempo, ma nemmeno a una velocità ridotta la Lazio è riuscita a impensierire Ospina. Nei primi 10', Sarri ha cambiato tutta la fascia destra, un vero disastro per 45', all’intervallo è rimasto negli spogliatoi Patric per far entrare Lazzari, poi fuori Felipe Anderson per Zaccagni con Pedro spostato a destra. Adesso il suo sontuoso possesso palla, sontuoso per qualità e quantità (62 per cento) serviva al Napoli per conservare risultato ed energie, anche se Mario Rui ha avuto la possibilità di segnare il quarto gol, ma Reina è volato a respingere. Spalletti ha fatto respirare Lozano e Mertens, accompagnato all’uscita da un uragano di applausi del “Maradona”. Non ce n’era uno di troppo. Applausi a scena aperta anche per il quarto gol firmato da Fabian Ruiz con un sinistro terrificante dal limite dell’area: nessun laziale ad opporsi, lo spagnolo ha preso la mira e ha messo la palla nell’angolino. Ora la festa del “Maradona”, per Maradona e per il Napoli era completa.

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IL TABELLINO

Napoli-Lazio 4-0


Marcatori: 7' p.t. Zielinski (N), 10' p.t. 29' p.t. Mertens (N), 40' s.t. Fabián Ruiz (N).

Assist: 10' p.t. Insigne (N), 29' p.t. Lozano (N), 40' s.t. Di Lorenzo (N).

Napoli (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui (41' s.t. Ghoulam); Fabián Ruiz (41' s.t. Malcuit), Lobotka; Lozano (20' s.t. Elmas), Zielinski (28' s.t. Demme), Insigne; Mertens (20' s.t. Petagna). All. Spalletti.

Lazio (4-3-3): Reina; Patric (1' s.t. Lazzari), Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj; Milinkovic-Savic (16' s.t. Basic), Cataldi (31' s.t. Leiva), Luis Alberto; Felipe Anderson (10' s.t. Zaccagni), Immobile, Pedro (30' s.t. Moro). All. Sarri.

Arbitro: Orsato di Schio.

Ammoniti: 13' p.t. Luiz Felipe (L), 36' p.t. Patric (L), 14' s.t. Cataldi (L), 33' s.t. Di Lorenzo (N), 43' s.t. Demme (N).

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