Messi come Buffalo Bill: il circo del PSG non è vero calcio, è la sua rovina
Più che non una squadra di calcio, strutturata con intelligenza sportiva e manageriale, il club parigino ha le sembianze del celebre Circo fondato alla fine dell’Ottocento da William Cody lo spregiudicato cow boy colonialista americano meglio conosciuto nel mondo come Buffalo Bill. Un autentico villaggio circense itinerante composto da ottocento persone ingaggiate per far spettacolo di ogni tipo e per tutti i gusti purché si trattasse del massimo e del meglio che si potesse realizzare. Il Circo, nei primi anni del Novecento, sbarcò anche in Europa e l’Italia ospitò dieci date. La leggenda vuole che una giovane casalinga di Torino fosse scappata di casa per seguire Buffalo Bill. Dal “caso” nacque anche una canzone poi rivisitata da Gipo Farassino.
L’impressione è che il PSG stia replicando quell’avventura leggendaria e faraonica che però con l’arte circense per come è sempre esistita aveva proprio nulla da spartire. Esattamente come le strategie mercantili degli emiri non rappresentano altro che la parte e la faccia esagerata di un calcio che può essere soltanto offeso da un simile modo di agire dove il denaro profuso in maniera vergognosa è l’unico elemento che sembra possedere un valore. Ma per fortuna il gioco de pallone è ben altro e costruito su basi differenti anche se talvolta loro stesse fuori misura.
Tra poco comincerà il campionato in questa nostra Italia che sembra aver imparato la lezione anche sulla necessità di una certa parsimonia e sull’utilità imprescindibile della “classe operaia” calcistica per raggiungere certi obbiettivi. L’Europeo insieme con le Olimpiadi per noi più belle della storia hanno confermato il teorema del successo che non è a disposizione soltanto dei più ricchi ma di chi opera con cuore e fatica. Nel Circo del PSG si reciteranno addosso per l’ennesima volta.