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  • Messi: 'Ronaldo e Ibra delle star, io parlo sul campo. L'Inter? La seguo...'

    Messi: 'Ronaldo e Ibra delle star, io parlo sul campo. L'Inter? La seguo...'

    Il 16 ottobre del 2004 Lionel Messi faceva il suo debutto nella Liga, entrando al posto di Deco nel derby tra Barcellona ed Espanyol. 15 anni dopo ha alzato al cielo la sesta Scarpa d'Oro della sua carriera. E si racconta a la Gazzetta dello Sport: "Cosa penso se mi guardo indietro? Il problema è che nel calcio non c’è tempo di fermarsi a pensare al passato, direi che non c’è quasi tempo di godersi il presente perché si gioca continuamente. Penso che solo quando mi ritirerò avrò tempo di ricordare e assaporare al meglio ciò che ho vissuto. Quando smetterò? Lo scoprirò col passare del tempo, perché uno si rende conto da solo fino a quando può andare avanti. Sarò io a dire basta, non so tra quanto però, al momento mi sento bene". 



    CR7 - Ronaldo ha giocato in 4 paesi, Messi solo nel Barcellona. La risposta de la Pulga: "Ognuno di noi cerca le esperienze che ritiene migliori per se stesso. Io non ho mai avuto la necessità di abbandonare il miglior club del mondo, che è il Barcellona. Qui mi godo ogni allenamento, ogni partita e la città. Nel complesso si tratta di un’esperienza super completa e ho sempre avuto chiaro in mente qual è il mio obiettivo qui senza aver bisogno di andare a cercarlo altrove. Ibra e Ronaldo si promuovono? Io preferisco che siano gli altri a parlare di me. So ciò che sono, quello che ho fatto e ciò che posso ancora dare, però me lo tengo per me. Che siano gli altri a commentare, a me non piace parlare di me stesso, preferisco sempre pensare al collettivo". 

    SULL'INTER - "Se mi ha sorpreso? No, perché la stavamo seguendo da un po’ e sapevamo ciò che avremmo affrontato. Io l’avevo vista in campionato, dove è partita benissimo, nel quale sta lottando alla pari con la Juve, cosa per niente facile né scontata. Sapevamo che quella di Conte è una squadra molto ordinata, che gioca a memoria, che ha già ben chiari i propri automatismi e che ci avrebbe creato delle difficoltà. E così è stato". 

    SUI FIGLI - "Thiago e Mateo sono destri. Ciro? Niente, non ho un mancino in casa, è destro pure lui. Se i più grandi hanno una posizione preferita? No, a quell’età i bambini corrono dietro alla palla e cercano di stare vicino alla porta perché vogliono far gol. Impossibile capire in che ruolo giocheranno". 

    GLI OBIETTIVI - "Sogno di continuare a vincere trofei con le mie squadre, m’interessano più dei premi individuali, che poi sono la conseguenza di quanto fatto insieme ai compagni. Per questo ho ringraziato Luis Suarez e Jordi Alba, che mi hanno accompagnato alla cerimonia della Scarpa d’oro, sono i principali artefici dei gol che mi hanno portato alla vittoria. E poi sogno di vincere di nuovo la Champions. Questa è la grande sfida: mettere un’altra Champions in bacheca anche perché è una cosa che poi porta con se i riconoscimenti individuali. Ma ripeto, vincere The Best, il Pallone d’Oro o il Puskas non fa parte dei miei obiettivi: se succede, meglio, ma se non arrivano non è un problema"

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