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  • Messico, con Chicharito il fratello del re delle telenovelas

    Messico, con Chicharito il fratello del re delle telenovelas

    Il Messico non se la passa bene e rischia di saggiare la consistenza del manto erboso degli stadi brasiliani solo in occasione della Confederation Cup. Troppi i pareggi (addirittura cinque) nelle qualificazioni iridate a fronte di una sola vittoria (contro la Giamaica). Il rischio concreto è che la matricola Panama, pilotata dall'ex cagliaritano Julio Dely Valdes, possa sgambettare "El Tri" costringendolo a rimanere a casa dopo ben cinque apparizioni mondiali consecutive (saltò Italia 90 per lo scandalo dei passaporti truccati). Il commissario tecnico Manuel De La Torre non sa più a che santo votarsi, e per la trasferta di Rio de Janeiro ha rispolverato un Dos Santos che di nome fa Giovani, classe 1989, e che qualche anno fa contendeva a Leo Messi la palma del più bravo del reame della Masia del Barcellona. Dos Santos però si è perso per strada tra Tottenham e Galatasaray, ritrovando una certa condizione a Maiorca. Il ragazzo è più spocchioso che dotato di talento quando sostiene che «Messi mi ha offuscato. Io ero bravo come lui se non di più». In ogni caso la difesa azzurra domani al Maracanà lo attende al varco, anche se il pericolo numero uno è El Chicharito Hernandez, stella dello United. 

    Nella formazione di De La Torre, che ha in Guillermo Ochoa uno strepitoso portiere stranamente relegato ad Ajaccio, scalpita il trentenne Aldo De Nigris. Un gol all'Italia potrebbe aiutarlo a trovare la propria identità, fagocitata dall'ingombrante fratello Alfonso, modello e star delle telenovelas messicane. «Vorrei che la gente iniziasse a considera Alfonso mio fratello e non viceversa».


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