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  • Mezzogiorno di fuoco:| Tifo digiugno, abbuffate di gol

    Mezzogiorno di fuoco:| Tifo digiugno, abbuffate di gol

    Gli anticipi delle 12.30 erano partiti malissimo. Ora il bilancio è positivo: si segna a livelli record.
    Tifosi a digiuno, ma abbuffate di gol: è a pranzo il calcio più divertente.
    Napoli-Lazio 4-3, sfida pirotecnica, è soltanto l'ultima di una serie che ormai viene difficile etichettare come casuale. Dopo 7 mesi possiamo dirlo: in questa serie A, il calcio più divertente è spesso quello giocato all'ora di pranzo. Quello del contestatissimo anticipo delle 12,30, ultima frontiera del campionato-spezzatino, novità stagionale che soddisfa soltanto le esigenze della tv a pagamento e scombussola invece i ritmi e i riti del giorno di festa dei giocatori e dei tifosi. Tutta gente costretta a mangiare troppo presto o troppo tardi per essere pronta allo stadio. In compenso, sui campi l'abbuffata domenicale sembra ormai garantita: gol a raffica, nell'orario imposto da Sky.

    Con i 7 di ieri, siamo già a 82 su 26 partite, per una media di 3,15. In Europa si segna di più soltanto in Olanda, dove le scorpacciate favorite da difese imbarazzanti sono una costante. Bottino ricco assai, quello del nostro pallone a tavola, in clamorosa controtendenza con l'andamento generale di una serie A che in questa stagione è stata a lungo la lega più anemica del continente e che soltanto negli ultimi turni, risalendo a 2,42 reti per partita, è riuscita a mettersi dietro almeno Grecia, Portogallo e Francia. E dire che gli inizi erano stati tutt'altro che confortanti.

    Dopo il debutto del 3-2 di Brescia-Palermo, tra settembre e ottobre erano arrivati gli 0-0 di Bari-Cagliari (giocata a 35 gradi!) e Parma-Roma, più i golletti singoli che avevano deciso Lecce-Catania, Cagliari-Inter e Palermo-Lazio. Insomma: spettacolo zero o quasi, controindicazioni a bizzeffe. Così, la protesta montava. Dallo «sciopero del panino» di Parma all'invettiva del vicesindaco di Firenze Nardella («Basta partite alle 12,30: sono contro il vivere italiano»), passando per le decine di striscioni in bellavista nelle curve, tipo «Scusate il ritardo, siamo ancora a tavola» o «Fate presto, ho fame».

    Poi, un po' per la confidenza presa dalle squadre con l'orario atipico e un po' per la scelta più oculata delle protagoniste degli anticipi, il livello è finalmente decollato. Il malcontento del pubblico da stadio resta, ma almeno adesso piovono goleade ed emozioni. E, a casa, lo sportivo da poltrona anticipa o posticipa la lasagna per non perdere un divertimento che faticherebbe a godersi nel rituale programma pomeridiano. Con tanto di sorprese che, di fatto, hanno segnato questo campionato. Come, da gennaio in poi, il fragoroso ko interno della Juve col Parma, il tonfo dell'Inter a Udine, il Lecce che strabatte la Juve, la Samp che va ufficialmente in crisi perdendo 2-3 con il Cesena, lo stiracchiato pareggino casalingo del Milan con il Bari. Fino all'apoteosi di ieri.

    A Napoli-Lazio 4-3, con i suoi infiniti colpi di scena e i 60 mila sugli spalti. Record stagionale di spettatori per De Laurentiis, come da primato erano stati già per l'Udinese i 26.036 con l'Inter e per il Lecce i 20.386 con la Juve. Perché anche i dati sul pubblico, poco alla volta, stanno promuovendo gli anticipi di pranzo. Si temeva una sforbiciata ulteriore a un valore già in calo e invece gli oltre 24 mila spettatori delle 12,30 sono gli stessi della media generale del campionato.  


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