Mihajlovic (dopo tante assenze) si presenta in tribunale per testimoniare nel caso 'Corvino-Masi'
Scortato sino all’interno dell’aula da Corvino e dal suo entourage, si siede sul banco degli imputati e rompe subito il ghiaccio con il Giudice, la quale, dopo aver confessato di essere interista, si sente ribattere dall’allenatore "beh, nessuno è perfetto". Inizia dunque la deposizione e, dopo una partenza "priva di sbavature", quando le domande vengono poste dalla difesa del Sig. Corvino, l’allenatore si contraddice e va in difficoltà al momento di rispondere agli interrogativi avanzati del difensore del Sig. Antonio Masi. Dapprima infatti sostiene di avere operato lui la scelta dei giocatori da convocare e da far scendere in campo quando dirigeva la prima squadra viola, ricordando, alla perfezione, le scelte "tecnico-tattiche" in relazione alla partita incriminata (Fiorentina – Cagliari del 05/12/2010). Stuzzicato poi sulle modalità di tali scelte, pone l’attenzione sul momento dell’allenamento, del rendimento dell’atleta nel lavoro settimanale, giungendo ad affermare che chi non partecipa alle sedute di allenamento non viene convocato. Successivamente però la memoria diventa decisamente più labile nel ricordare se atleti come Piccini, convocati e scesi in campo in quella occasione, si fossero mai allenati con la prima squadra viola. Alla stessa maniera conosce a mena dito la carriera dei giovani viola dell’epoca Piccini e Camporese (anche in caso di militanza in campionati diversi dalla serie A), ma non ricorda le compagini in cui è stato tesserato il Masi dopo l’esperienza alla Fiorentina, forse perché il calcio "minore" (si discuteva del Bari nella stagione sportiva 2011/2012 militante in serie B, dopo la retrocessione dalla massima serie nella precedente stagione), non viene seguito dal tecnico serbo, come afferma lo stesso sotto giuramento. La fallacità della memoria umana, si manifesta con mille sfaccettature.
