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  • Milan a orologeria:| Allegri è rimasto un uomo solo

    Milan a orologeria:| Allegri è rimasto un uomo solo

    L'improvviso ritorno al rombo ha disorientato la squadra.
    Adesso Allegri è rimasto solo.
    Pesa la gestione Boateng: è fuori forma, ma gioca sempre.
    (Corriere dello Sport)


    L'ad rinnova la fiducia al tecnico e toglie gli alibi ai giocatori.
    Milan a orologeria: Galliani tiene a rapporto la squadra e Allegri.
    Blitz e ultimatum dei tifosi. Gli ultrà di nuovo a Milanello: faccia a faccia dai toni duri.

    La clausura è iniziata. Il Milan fa un bel respiro, raccoglie tutto l'ossigeno che può e si tuffa in apnea dentro il ritiro. Ne riemergerà soltanto al termine della sfida contro il Genoa. Alle 22.30 di sabato notte dovrebbe essere tutto chiaro: sapremo se la settimana più delicata degli ultimi anni ha prodotto qualche effetto positivo, e anche se Allegri continuerà a essere l'allenatore del Milan.

    Basta alibi - Lo spartiacque infatti, più che il Malaga (a meno di un flop totale alla Rosaleda), sarà la partita contro il Grifone. E' in questo senso che va letta la decisione di introdurre il coprifuoco e chiudere la squadra dentro le mura di Milanello. Una settimana per guardarsi in faccia, lavorare senza alcun tipo di distrazione e capire se questo gruppo è in grado di risollevarsi senza che la società sia costretta a cambiare la guida tecnica. Un modo per eliminare qualsiasi ombra di alibi, che ultimamente nei discorsi di qualche giocatore abbondano un po' troppo, e non fanno bene a nessuno.

    Tutela - Ieri pomeriggio, prima dell'allenamento, è stato direttamente Galliani a dare il «benvenuto» in ritiro alla squadra. L'amministratore delegato rossonero è arrivato a Milanello dopo pranzo e poi ha parlato a squadra e staff tecnico. I toni? Assolutamente civili. Usare il bastone due giorni dopo una partita non avrebbe senso e non sortirebbe effetti. D'altronde il messaggio per la squadra racchiuso da questo ritiro è fin troppo chiaro: davanti ai giocatori la società, ovviamente fin quando sarà possibile, intende tutelare il proprio allenatore. Altrimenti lo avrebbe lasciato solo. Galliani invece gli sta ribadendo la fiducia praticamente tutti i giorni, anche perché tutti i giorni il nome del tecnico livornese finisce nell'elenco dei disoccupati.

    Cambio di marcia - L'a.d. rossonero l'ha fatto anche ieri quando ha parlato al gruppo, alla presenza di Allegri. Un discorso basato sugli stimoli, sulla forza di reazione e sul senso di responsabilità. In pratica Galliani ha invitato i giocatori a dare di più, a non nascondersi all'ombra del tecnico e dei relativi punti interrogativi che riguardano il suo futuro, ma a prendere in mano la situazione cambiando subito marcia. Della serie: basta alibi, un po' come era successo nel dopogara di Udine. «Vogliamo andare avanti con questo allenatore — ha ribadito ieri il numero due di via Turati —. Con lui abbiamo fatto 162 punti e siamo nettamente davanti a tutti. Fra Parma, Inter e Lazio avremmo meritato di raccogliere più di un solo punto».

    Un altro blitz - Chi ha incrociato Galliani a Milanello l'ha descritto molto concentrato ma tranquillo, convinto che la squadra avrà la forza e la capacità di reagire. Se lo aspettano tutti, a partire dai tifosi, che però stanno iniziando a perdere la pazienza. Anche gli ultrà, che fino alla partita con la Lazio avevano appoggiato incondizionatamente la squadra. Così ieri sera una ventina di esponenti della Curva Sud ha varcato il cancello di Milanello e gli ultrà sono stati ricevuti dall'allenatore e dalla squadra al completo. Un blitz già avvenuto un mese fa, il 20 settembre, ma con modalità differenti: rispetto ad allora i toni — pur senza degenerare — sono stati molto più duri, nell'intento di dare una scrollata all'ambiente. Una sorta di ultimatum.

    Sveglia ragazzi - Un faccia a faccia durato circa mezzora in cui i tifosi hanno chiesto in particolar modo un cambio di atteggiamento, puntando il dito su comportamenti poco «da Milan» in campo e fuori. Per sintetizzare il messaggio: serve una bella svegliata generale, d'ora in avanti occorre sputare sangue e dimostrare attaccamento alla maglia. In fondo, pur detto con modi meno drastici, gli stessi concetti espressi qualche ora prima da Galliani.


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