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  • Il Milan vince nonostante André Silva
Il Milan vince nonostante André Silva

Il Milan vince nonostante André Silva

  • Cristiano Ruiu
Milan-Spal doveva essere una partita facile e così è stato, anche più di quanto dica il risultato finale e i gol arrivati solo su calcio di rigore. La squadra ha creato tanto e forse per la prima volta in stagione ha anche concesso poco o nulla agli avversari. Se vogliamo fare una critica bisogna tuttavia soffermarsi sul reparto avanzato.

Lo stesso Kalinic, che sulla carta doveva essere la garanzia del duo, ha fatto più fatica del dovuto, anche se a differenza del suo compagno di reparto, possiede la qualità di rendersi utile in molti altri modi, vedi il rigore procurato. Una caratteristica questa che evidentemente non possiede ancora André Silva. Doveva essere la gara della svolta, quella in cui avrebbe dovuto dimostrare di non essere solo un attaccante da “giovedì sera”, ma perlomeno da squadre di medio-basso livello di Serie A, ma così non è stato, confermando quanto sostengo da mesi, ma soprattutto quanto fossero giuste scelte di Montella finora. Era giusto concedergli questa chance dopo quanto di buono avevamo visto in Europa League, ma l’assistito di Jorge Mendes ha dimostrato di non essere ancora pronto nemmeno per questo livello. Inevitabile a questo punto che Montella prosegua su questa strada, concedendo minuti ad André Silva solamente contro avversari modesti, e affidandosi a Kalinic o addirittura Cutrone, per le partite che contano, quelle dove non si può giocare in punta di piedi, ma bisogna fare fatica, sudare, sporcarsi la maglietta e soprattutto prendersi le botte affrontando la difesa avversaria. 

 

Milan-Spal ci lascia però anche la soddisfazione di aver visto un discreto Calhanoglu, anche lui forse non pronto per l'altissimo livello della Serie A, ma quantomeno come utile alternativa a Bonaventura, o ancora meglio nella posizione di trequartista, un ruolo tanto caro chi possedeva ufficialmente il Milan fino a poco tempo fa e che stasera certamente avrà apprezzato la scelta di Montella di mostragli un vero numero 10 in quella posizione. 
 

 


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