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  • Milan, Barbara Berlusconi vuole comandare: guerra a Galliani

    Milan, Barbara Berlusconi vuole comandare: guerra a Galliani

    Forse l'emiro di Dubai lo ignora, ma, per presentarsi in visita ad Arcore il 14 giugno ha scelto il momento migliore. O peggiore.

    Dipende dai punti di vista: mai, nei 26 anni di gestione berlusconiana, si era registrata una tale frizione ai massimi livelli fra Adriano Galliani, 67 anni, sin dal primo giorno braccio destro e Numero Due con pieni poteri e un membro della famiglia Berlusconi. Che non è Silvio, ma Barbara, 27 anni, figlia dell'ex premier e della sua seconda moglie Veornica Lario, laureata in filosofia con 110 e lode all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano con una tesi sul "Concetto di benessere libertà e giustizia nel pensiero di Amartya Sen", premio Nobel per l'economia nel 1998.

    Fidanzata di Pato, Barbara è entrata in società tredici mesi or sono dalla porta principale, essendo stata nominata consigliere d'amministrazione. La progressiva guerra sotterranea con Galliani ha conosciuto scaramucce di breve o media intensità ed è esplosa con virulenza nel gennaio scorso, quando Adriano aveva ceduto Pato al Psg per 30 milioni di euro, ma non aveva fatto i conti con il Cavaliere che, schierandosi con la figlia,  ha bloccato tutto, facendo saltare l'arrivo di Tevez dal City. 

    Galliani ha fatto buon viso a cattivo gioco, dopo avere rimediato una figura barbina sia con il Psg sia con i Citizens, ma se l'è legata al dito. Il conflitto si è riacutizzato in questi giorni e la ragione è semplice. Barbara Berlusconi vuole comandare per una  serie di motivi.

    1) Nella suddivisione ereditaria del patrimonio paterno, il Milan è toccato a lei che sa far di conto e non ne può più dei passivi di bilancio che, ogni anno Berlusconi deve ripianare (l'ultimo è sato di 67 milioni 300 mila euro).

    2) Il 20 aprile scorso, proprio in calce all'ennesimo salasso per le tasche del presidente onorario, Galliani dixit: "Le perdite sono state coperte interamente da Fininvest. Ringrazio la passione del presidente, anche se siamo primi per i diritti commerciali. I diritti tv dipendono dalla UEFA e dalla Lega e con la legge Melandri qualcosa abbiamo perso dal precedente esercizio. Tutta la perdita del calcio italiano è in capo a Milan, Inter, Juventus e Roma. Nel calcio le grandi devono dividere i ricavi anche con le altre squadre e questa è un’anomalia. Senza Fininvest non potremmo essere un’eccellenza sportiva nel mondo". Appunto, senza la Fininvest:

    Punto 3) E'  per questo motivo che Barbara, spalleggiata da Piersilvio e da Marina, con la benedizione paterna intende adottare una linea di austerità a tutto campo che prevede il taglio degli ingaggi (raccontano che quando ha saputo a quanto ammontassero gli emolumenti dei giocatori, la figlia di Silvio ha rischiato di prendere un colpo); intende avere voce in capitolo su ogni operazione di mercato in entrata e in uscita; accarezza l'idea di portare in via Turati un manager del calibro di Michele Uva, cui affidare la gestione dei conti.

    Punto 4). E' evidente che, in casa Milan,  siamo di fronte ad uno scontro al vertice senza precedenti, come acutamente annotava stamane il collega Giulio Mola su QS Quotidiano Sportivo. Dall'esito del braccio di ferro dipenderanno anche i destini di Ibra (ha rifiutato il Psg, preferisce il City); Thiago Silva (Galliani non intende cederlo, ma, se davvero arriva un'offerta di 50 milioni è presumibile che la stessa Barbara paracaduti il brasiliano sulla nuova destinazione).

    Punto 5) La novità del giorno è che adesso Pato andrebbe volentieri a Parigi, dopo avere detto in gennaio di essere molto felice di rimanere in rossonero. 

    Punto 6) All'orizzonte, intanto, si staglia la nobile figura di Mohammed bin Rashid Al Maktum, attuale primo ministro e vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti: ha un patrimonio stimato in 15 miliardi di euro, nello sterminato patrimonio personale annovera il Gruppo Emirates, sponsor del Milan. Ufficialmente, il suo incontro con Silvio Berlusconi era stato fissato da tempo per il 14 giugno e lo stato di salute di Mediaset sarà il principale argomento in agenda.

    In realtà, il ricchissimo arabo vuol capire anche quale sia la situazione rossonera e se esistano le condizioni per un ingresso in Via Turati in qualità di socio. Con quale percentuale di pacchetto azionario è tutto da vedere, anche perchè, solitamente,  quando si muovono a questi livelli,  gli investitori arabi non lo fanno per diventare partner di minoranza: City, Psg e Malaga possono confermare. Anche Barbara lo sa.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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