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Milan, basta prese in giro: a Elliott interessa solo una cosa

Milan, basta prese in giro: a Elliott interessa solo una cosa

  • Cristiano Ruiu
    Cristiano Ruiu
Per mesi ho letto ovunque i pensieri di calciatori, ex calciatori, allenatori, ex allenatori, opinionisti, ex opinionisti, giornalisti, ex giornalisti e tutti convergevano su un punto: "Giampaolo è l’uomo giusto per il Milan". Da 5 giorni a questa parte sono gli stessi, ma proprio gli stessi che dicono: "Pioli è l’uomo giusto per il Milan". Qualcuno ha anche avuto il tempo, lunedì scorso, di sentenziare: "Spalletti è l’uomo giusto per il Milan". 

Per questa ragione, spero che, dopo anni di prese in giro a livello tecnico e a livello societario, la maggior parte dei tifosi abbia cominciato a ragionare con la propria testa. Anche se è difficile farlo nel disorientamento generale. Persino i cantastorie professionisti, dopo essersi contraddetti in tutti i modi e aver sostenuto prima questo e poi quell'altro per poi tornare su questo dando una leccatina anche all'altro, si sono arresi e non sapendo più quale opinione difendere e quale posizione prendere si sono trincerati in un ecumenico: "Io sto sempre dalla parte del Milan". Così non si sbaglia mai. Bravissimi. 

Chi parla adesso del "progetto Pioli", ve lo garantisco, ancora una volta vi sta prendendo in giro. Un allenatore preso all'ultimo momento, un allenatore totalmente diverso da chi lo ha preceduto, un allenatore che ha il curriculum da "subentrante" e che nella sua carriera non ha mai dato vita a un ciclo. Più che di "progetto Pioli" io dunque parlerei di "buon senso Pioli". L’ex tecnico di Lazio e Fiorentina non farà mai proclami, non sarà mai un "maestro di calcio", non si proporrà mai come l’inventore di qualcosa o come il salvatore della patria. 

Il ruolo di Pioli è semplicemente quello di traghettare questo malandato Milan alla fine dell’ennesima stagione deludente che, ahinoi, rischiava di diventare tragica. Con Pioli non sarà tragica. Pioli farà scelte di buon senso, il Milan tornerà a giocare più coperto e tornerà a essere più logico. Vincerà le partite da vincere, tipo quella con il Lecce di domenica prossima, perderà quelle da perdere. Ricomincerà a lottare e a giocare da squadra e farà i punti necessari a uscire dalle zone imbarazzanti della classifica. Farà anche un filottino di risultati poi, in primavera, comincerà a rallentare e finirà in maniera anonima un campionato che di fatto non ha obiettivi già dalla partenza. Ecco, la cosa positiva è che con Pioli, almeno, l’obiettivo non sarà la salvezza. 

Piatek, che non è e non sarà mai un campione, sarà messo più a suo agio con un Milan raccolto e pronto a partire negli spazi. Tornerà a fare i suoi gollettini, ma la stagione da record dell’anno scorso non la ripeterà. Questo farà Pioli. Boban e Maldini lo sosterranno perché l’hanno scelto loro, a differenza di Giampaolo. Giampaolo sarà il nuovo capro espiatorio, come lo furono Allegri, Mihajlovic, Montella e come lo è stato Gattuso. Il tutto finchè non inizierà a stentare anche il Milan di Pioli. 

Il tutto finchè l’estate prossima non partirà un nuovo progetto. Sicuramente tecnico, forse anche societario. Perché il Milan degli ultimi anni ci ha abituato a cambiare spesso gli allenatori e ancora più spesso i dirigenti. Il tutto con proprietari sempre meno interessati ai risultati sportivi, sempre meno attenti allo psicodramma dei tifosi e sempre più orientati a spremere fino all'ultima goccia quello che si può ancora spremere da questo Milan. In termini economici ovviamente. E’ ormai evidente a tutti che se in questi anni il Milan arriva primo, secondo, terzo, sesto, ottavo o quattordicesimo non frega niente a nessuno. 

L’unica cosa che interessa alla proprietà è il gigantesco affare legato al nuovo stadio. Per rivendere finalmente l’asset a un acquirente esterno. Un asset che abbia almeno lo stadio di proprietà e che non sia solo una fabbrica di debiti. Per questo motivo, pur amando alla follia San Siro e pur trovando inconcepibile l’esigenza di abbatterlo, mi tocca fare il tifo per il nuovo stadio. Perché, da qui a 4/5 anni, è l’unica strada percorribile per sognare un giorno una nuova grande proprietà e per poter immaginare un futuro non solo rosso o solo nero. 

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