
Milan-Conceicao, finisce in "fallimento": dal sigaro alla medaglia rifiutata, sei mesi in una serata
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L'immagine del tecnico ex Porto con l'iconico sigaro e i balli negli spogliatoi di Riyad, dopo la rocambolesca rimonta sull'Inter, sembra lontanissima ed è stata definitivamente cancellata da quella della medaglia dei finalisti sconfitti non indossata al momento della premiazione. Un'istantanea che non rende onore a quel (poco) di buono che comunque è stato fatto, si veda l'imbattibilità nei derby, si vedano le stagioni di Reijnders e Pulisic, si veda il proficuo anche se probabilmente tardivo passaggio al 3-4-3.

Del resto, le dichiarazioni pre e post finale dell'Olimpico non stridono l'una con l'altra e disegnano un quadro che, senza grossi timori di smentita, non sarebbe cambiato nemmeno in caso di vittoria del trofeo: "La decisione su Conceicao non dipende dal risultato di stasera", aveva detto Moncada a pochi minuti dal fischio d'inizio". Già, perché l'intenzione è da tempo quella di resettare, e il ko contro il Bologna è solo la pietra tombale su sei mesi di grandi difficoltà in campo e fuori.
"Non era una situazione semplice, altrimenti qua ci sarebbe un altro allenatore", ha sottolineato Conceicao in conferenza stampa. Ci ha provato, il portoghese, con tutte le sue forze, ma non è bastato. "Se ci rivedremo? Sì, domenica per la partita contro la Roma", che la reticenza di Furlani alla precisa domanda di Mediaset sui prossimi passi suona sembra designare come la penultima col Milan: “In questo momento grossa delusione per questa partita, per un trofeo che potevamo vincere. Non mi sento adesso di rispondere. Ci sono ancora 12 giorni e due partite, prenderemo decisioni e poi vedremo”.
Commenti
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Spiaze.. dite così no? Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhjhhjhhhhhhhhhhhhhhhj