Milan, cosa succede ora tra allenatore e direttore sportivo? Scelte diverse tra panchina e dirigenza, chi resta e chi va

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  Daniele Longo
• 15 mag 2025
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Una lunga notte, piena di delusione e rabbia. Il Milan ha fallito quello che era diventato il grande obiettivo stagionale: vincere la Coppa Italia. Una sconfitta più netta di quanto abbia detto il risultato di 1-0 perché il Bologna ha dominato in lungo e in largo grazie a una fame di vittoria superiore agli avverarsi. Encefalogramma piatto per una squadra che è scesa in campo con la presunzione di essere più forte dell’avversario ma alla fine ha tradito la fiducia dei 29000 e più cuori rossoneri che hanno riempito i settori dedicati dell’Olimpico. 

ADDIO CONCEICAO - Il post partita é stato un turbinio di emozioni negative per il mondo Milan. Basti pensare che Sergio Conceicao prima non ha dato la mano all’ex Calabria e poi ha preferito non indossare la medaglia dei secondi classificati. Il tecnico portoghese ha chiuso mestamente la sua esperienza in rossonero, le ultime due partite in campionato serviranno solo a capire la posizione finale della squadra in classifica (e il relativo piazzamento europeo) ma non cambieranno un finale già scritto. L’ex tecnico del Porto sarà esonerato a fine stagione ed é il risultato inevitabile di un percorso di cinque mesi fatto di incomprensioni, litigi interni, risultati mediocri e uno scarso feeling anche con l’ambiente. Le colpe della disfatta rossonera hanno diverse cause, Conceicao non é la principale ma questo non toglie nulla alla serie di errori grossolani commessi anche nella serata di ieri. Al suo posto il Milan sembra orientato a prendere un tecnico italiano: Allegri e lo stesso Italiano sono in corsa. 

FURLANI E LA NON RIVOLUZIONE - Questa stagione maledetta per chi ha a cuore i colori rossoneri ha sicuramente messo a nudo le debolezze di una dirigenza che ha commesso una serie di errori talmente grandi da aprire un dibattito sul futuro. Giorgio Furlani, nella pancia dell’Olimpico, fa capire chiaramente che non ci saranno rivoluzioni in società: da Ibrahimovic a Kirovski, passando per Moncada, tutti rimarranno al Milan nei propri ruoli. Si va verso la conferma della struttura dirigenziale con il rischio, concreto, che rimanga vuota la casella relativa al nuovo direttore sportivo. Le ultime indiscrezioni raccontano di un Igli Tare ormai fuori dalla corsa, D’Amico resta il preferito ma l’Atalanta ha alzato il muro. Da capire se la brutta, bruttissima sconfitta di ieri possa portare il CEO rossonero a cambiare marcia su questo discorso con una conseguente accelerazione su un candidato (Paratici?).