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  • Milan defraudato contro l'Arsenal, ma Gattuso ha il problema del gol

    Milan defraudato contro l'Arsenal, ma Gattuso ha il problema del gol

    • Giancarlo Padovan
    Nessuno può dire dove sarebbe arrivato il Milan contro l’Arsenal - nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Europa League - se avesse chiuso il primo tempo in vantaggio di un gol. Tutti sanno però - da Welbeck che ha simulato all’arbitro Eriksson che si è attenuto alla segnalazione del giudice di porta - che quello assegnato all’Arsenal non era calcio di rigore, ma l’invenzione di un visionario, tale Johannesson, appostato dietro a bordocampo per vedere l’inesistente. Barbuto e serafico, l’assistente degli assistenti (una delle tante pessime idee del deposto Michel Platini) è intervenuto suggerendo a Eriksson la massima punizione per un contatto mancato tra Rodriguez e Welbeck, un simulatore da bandire da tutti gli stadi d’Europa, eccetto - ovviamente- quello dell’Arsenal.

    Il bello è che perennemente ci toccano i sermoni sulla sportività degli inglesi, del calcio inglese e dei tifosi inglesi. Può darsi che il mondo stia cambiando anche nell’isola, forse le troppe contaminazioni (calcistiche, ovviamente) hanno importato anche qualche difetto, fatto sta che una  qualificazione riaperta dal Milan al 36’ del primo tempo (tiro prodigioso di Calhanoglu dai venticinque metri che si insacca alla sinistra di Ospina) è stata adulterata da una decisione tossica, una venefica pozione su una partita che il Milan stava giocando benissimo e l’Arsenal, invece, soffriva. Con l’1-0 all’intervallo, la squadra di Gattuso avrebbe avuto tutto il tempo per organizzare una strategia offensiva non scriteriata, ma logica. Fatta di fasi di attesa e di accelerazioni, aggiramenti e verticalizzazioni. Il Milan era in serata e si è visto subito. Dopo appena 45 secondi, un’azione combinata tra Suso e Borini, a destra, ha portato l’esterno al cross basso sul quale André Silva è andato a colpire al volo. Era l’occasione per fare gol e orientare subito la partita, invece il pallone è finito sull’esterno della rete.

    Gattuso ha cambiato il Milan in meglio. Prima ha variato il sistema di gioco (dal 4-3-3 al 4-4-2), blindando e rafforzando le fasce con Borini-Suso sulla destra e Rodriguez-Calhanoglu sulla sinistra. Poi ha inserito due punte, cioé Cutrone e André Silva, per potenziare l’attacco. Ma siccome nessun modulo assicura la perfezione, ha dovuto togliere lo schermo davanti alla difesa (Biglia) per una coppia di mediani assortiti: Kessie, potente e possente, e Montolivo, euclideo e lineare. La squadra è stata molto compatta ed è piaciuta per l’ordine nelle due fasi di gioco. Nel primo tempo, rischi non ne ha quasi corsi (25’ deviazione con il ginocchio di Donnarumma su conclusione di Welbeck, sfuggito a Bonucci) e se non fosse stato per il rigore inventato (e trasformato dallo stesso simulatore Welbeck), da annotare ci sarebbe stata solo un’altra parata, peraltro spettacolare, del portiere rossonero a séguito di un tiro di Ramsey. Sull’1-1, invece, il Milan ha dovuto pensare ad un’autentica impresa. Per qualificarsi avrebbe infatti dovuto segnare due reti, senza subirne, in appena quarantacinque minuti. Per provarci ci ha provato, ma le occasioni sono state poche (appena tre) e ci sarebbe voluta più fortuna o migliore mira.

    Invece questo Milan ha ancora il problema del gol. Suso (54’) ha colpito al volo, rasoterra, mancando di un niente la porta. Cutrone (59’) dopo una grande azione di Kessie e il cross-assist di André Silva, ha tentato una deviazione in spaccata, fuori di un metro. Kalinic (68’, un minuto dopo essere entrato al posto di Cutrone) ha girato debolmente di testa tra le braccia di Ospina. L’Arsenal non ha fatto di più, ma ha fatto meglio. Più precisi i triangoli stretti, agili le uscite dal pressing milanista, produttivo il palleggio a ridosso dell’area avversaria. Tuttavia difficilmente avrebbe raddoppiato senza una maxi papera di Donnarumma (71’ tiro di Xhaka) che ha tolto al Milan anche l’ultimo fiato per attaccare. Il terzo gol è venuto a cinque minuti dalla fine, forse nella migliore azione degli inglesi: Wilshere ha messo in mezzo dopo uno sfondamento a sinistra, Ramsey ha colpito a botta sicura, Donnarumma ha risposto con un miracolo, poi il grande simulatore (Welbeck) ha deposto in rete. Confermo l’impressione dell’andata: l’Arsenal è più forte del Milan. Ma l’arbitro ha tolto ai rossoneri la possibilità concreta di giocarsela fino alla fine.

    @gia_pad

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