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  • Milan: è caccia a Del Piero

    Milan: è caccia a Del Piero

    Sarà il rimpianto di averlo avuto tra le mani prima degli altri e poi lasciarselo sfuggire oppure l'applicazione letterale dello slogan dello sponsor tecnico dove si recita che «nulla è impossibile», ma nel Milan è nata una pazza idea che potrebbe sconvolgere la cronaca e la storia della Juve. Per sostituire a stretto giro di posta Antonio Cassano, i rossoneri hanno puntato gli occhi su Alessandro Del Piero. Non solo uno dei più grandi campioni del calcio italiano, ma il capitano e la bandiera juventina per antonomasia. L'idea è pazza, ma ben fondata. Perché al Milan colpi di scena del genere sono sempre piaciuti (vedi Ibrahimovic), perché il numero dieci è il fuoriclasse adatto per fisico e classe a dare qualità ed esperienza al reparto offensivo di Allegri e poi perché sull'asse Milano-Torino c'è sempre stato traffico intenso e l'ultimo transito (Pirlo) non è ancora stato digerito dai rossoneri.


    Del Piero in rossonero sarebbe un'operazione clamorosa, capace di far defibrillare il cuore delle due tifoserie e allo stesso tempo stravolgere i destini di Juve e Milan. Da ieri, nel club rossonero, sono iniziati i ragionamenti per la campagna di gennaio e sul taccuino di Galliani è stato scritto il nome di Alex. L'obiettivo sarebbe quello di garantirselo per gennaio, viste le necessità impellenti, ma la tempistica potrebbe anche allungarsi a giugno, quando il capitano bianconero sarà senza contratto. «Il mio futuro dal 30 giugno 2012 in poi è da calciatore», ha commentato Del Piero al Tg1 e alla domanda se si vedesse con un'altra maglia, ha risposto così: «Oggi la domanda è un'altra e riguarda il presente, per il futurò continuerò a giocare». Se sul suo futuro si era già espresso Conte («Rimane con noi»), in ogni caso l'ipotesi di un Del Piero milanista non viene presa in considerazione dalla Juve: ieri pomeriggio, a Vinovo, era presente anche il presidente Andrea Agnelli insieme con Marotta e Paratici, ma l'argomento non è stato neanche sfiorato. Anche perché nessuno ha ancora bussato alla porta bianconera e quindi ogni ragionamento viene bocciato come «fantacalcio» dai vertici juventini.

    La partita, però, è più aperta e delicata: Del Piero non è contento di giocare così poco (finora 173 minuti) ed è rimasto sorpreso dai tempi dell'annuncio unilaterale del presidente Agnelli, nella famosa assemblea degli azionisti, sulla sua ultima stagione juventina. I potenziali mal di pancia potrebbero smuovere Del Piero a chiedere via libera alla Juve in anticipo di qualche mese. Non tanto per andare negli amati Stati Uniti, ma a due passi da Torino e in una squadra che lotta per scudetto e Champions (per la quale è arruolabile). Magari sfruttando l'assist sfornato da Nedved: «Non posso vedere un campione come Del Piero finire in panchina o in tribuna - ha commentato l'ex compagno di mille battaglie, ora consigliere bianconero -: un campione deve finire in piedi, giocando le partite».

    Il Milan studia e aspetta, anche perché la palla è tra i piedi di Del Piero. Da svincolato di lusso diventa automaticamente padrone del suo destino, anche se da icona è impossibile dimettersi e dunque sulla sua decisione di cosa fare «da grande» pesano le 19 stagioni bianconere, con tutti i record possibili di presenze, gol e vittorie. Basterà per scacciare il Diavolo tentatore?


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