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  • Milan e difesa a tre, la svolta in due punti. E i numeri indicano il prossimo passo

    Milan e difesa a tre, la svolta in due punti. E i numeri indicano il prossimo passo

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    Il Milan è tornato a sorridere, nel segno del tre. Tre come le vittorie tra campionato e Champions in una settimana. Tre come i gol realizzati. Tre come i clean sheet. E non poteva che essere questo il numero a caratterizzare il momento dei rossoneri, perché la svolta per la squadra di Pioli è arrivata con il cambio di modulo e la nuova disposizione tattica che ha prodotto risultati importanti e non solo sul tabellino. Ma quali sono i cambiamenti effettivi dati dalla difesa a tre? I numeri aiutano a comprendere la portata della novità e non solo, forniscono anche un'indicazione chiara sui prossimi step per la crescita del Diavolo.

    'CERTEZZE' - Il primo successo del nuovo schieramento è stato aver restituito 'certezze' al reparto e alla squadra in generale, come ammesso da Fikayo Tomori dopo la gara di Monza. La solidità si ritrova indubbiamente nelle tre partite a rete inviolata e anche a livello statistico è confermata dalla riduzione delle occasioni da gol concesse agli avversari. Il confronto tra le tre partite del periodo nero (Lazio, Sassuolo, Inter) e le ultime tre (Torino, Tottenham, Monza) mostra un calo dei pericoli arrivati dalle parti di Tatarusanu, fino all'ora di gioco si scende anche della metà. I numeri salgono nuovamente nell'ultima fase degli incontri e anche la partita dell'U-Power Stadium ha evidenziato qualche scricchiolio dato dal forcing della squadra di Palladino, dalla stanchezza e da meccanismi ancora da rodare nel momento dei cambi, con alcune caratteristiche degli interpreti che cambiano.

    TORNANO I SINGOLI - Parlando di interpreti, il secondo successo della difesa a tre è dato indubbiamente dai progressi mostrati anche a livello individuale dai difensori rossoneri. Malick Thiaw è in questo momento il valore aggiunto del Milan, MVP a Monza per la seconda volta consecutiva. Ha portato freschezza e fisicità, ma soprattutto equilibrio come non sono riusciti a fare in precedenza Simon Kjaer, in condizioni fisiche non ottimali dopo il rientro dall'infortunio, e Matteo Gabbia. Ma l'ex Schalke ha un altro merito, aver contribuito al rilancio dei protagonisti del 19° scudetto. Tomori, di ritorno dai problemi all'anca, è apparso a suo agio nel nuovo modulo ed è tornato a esprimersi sui livelli della scorsa stagione, come non era riuscito a fare con continuità nella prima parte di questa stagione. Ed è stato lo stesso inglese a confermare che nella propria crescita ci sia tanto del cambio di modulo, perché la presenza di un altro centrale al suo fianco ha restituito distanze e sicurezza nelle uscite. E di crescita netta si può parlare anche per Pierre Kalulu, rendimento altissimo nelle ultime due uscite grazie anche ai movimenti da braccetto di destra che lo portano a fare movimenti più consoni alle sue qualità: sia per quanto riguarda gli scivolamenti in copertura, sia per la possibilità di sganciarsi alle spalle dell'esterno per proiettarsi in fase offensiva.

    MA IN ATTACCO... - Migliorano i numeri sulle occasioni concesse e migliora il rendimento dei singoli, ma la difesa a tre non è tutto oro e i numeri confermano le parole di Pioli su quale debba essere il prossimo step: "Il passettino in più è una costruzione più precisa e continua, palleggiare bene per superare la pressione degli avversari". Il Milan d'altronde è passato dal controllare il gioco a concedere l'iniziativa agli avversari, con un dato a certificare la rivoluzione: il possesso palla. Contro il Monza è arrivata la terza partita consecutiva in cui il Milan ha avuto un possesso palla inferiore all'avversario, una situazione che il Diavolo non viveva dalla stagione 2016/17 con Vincenzo Montella in panchina. Si vince anche senza il possesso palla e la storia del calcio ha diversi esempi a supporto della tesi, ma il 'corto muso' non è un obiettivo a lungo termine per i rossoneri. Blindare la difesa era il primo passo per rialzarsi, il focus ora va sulla fase offensiva da migliorare sì sotto l'aspetto della finalizzazione, ma anche e soprattutto dal punto di vista della costruzione del gioco. Da lì passano le ambizioni del Diavolo e anche la possibilità di tornare alla difesa a quattro, come accennato dallo stesso Pioli. Un passo alla volta: il primo è stato compiuto e i numeri hanno già tracciato la strada per il prossimo gradino.

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