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  • Milan, è il momento della verità. Bluff o solida realtà? Tre gare da dentro o fuori

    Milan, è il momento della verità. Bluff o solida realtà? Tre gare da dentro o fuori

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Chiusa la bella parentesi della Nazionale, torna il campionato con il Milan al comando. Ma fino a quando durerà il sorprendente primato dei rossoneri? Questa è la domanda che si pongono gli avversari, perché pochi credono che la squadra di Pioli riesca a vincere lo scudetto e in fondo nemmeno tutti i tifosi milanisti sono convinti di riuscire ad annullare la festa della Juventus per il suo decimo titolo consecutivo.

    Intanto, però, il Milan ha già battuto l’Inter, prima candidata a strappare lo scudetto ai bianconeri ed è più che mai in corsa per qualificarsi ai sedicesimi di Europa League. Il bello e il difficile, però, deve ancora arrivare, con una certezza: il mese che ci separa dal Natale sarà decisivo per capire se il Milan è davvero in grado di rimanere al comando, o almeno di non soffrire per raggiungere il traguardo minimo del quarto posto finale.

    E allora il prossimo appuntamento di domenica sera a Napoli si trasforma subito nel primo esame di maturità che anticipa più in generale un’autentica prova del nove per le ambizioni di Donnarumma e compagni. Prima della sosta di Natale, infatti, il Milan giocherà dieci partite, sette di campionato (Napoli, Fiorentina, Sampdoria, Parma, Genoa, Sassuolo e Lazio) più tre di Europa League (Lilla, Sparta Praga e Celtic).

    E in particolare le prime tre, compresse in una settimana, diranno molto perché dopo la trasferta a Napoli ci sarà quella a Lille contro l’unica squadra che quest’anno è riuscita a battere il Milan, e infine la domenica successiva la gara interna contro la nuova Fiorentina di Prandelli.

    Vietato sbagliare, quindi, anche se l’assenza di Pioli e del suo “vice” Murelli non ci volevano, perché guidare la squadra da casa con un video e un telefono per impartire le proprie disposizioni non è come guidarla dalla panchina e soprattutto negli spogliatoi, prima del fischio d’inizio e a maggior ragione nell’intervallo. Mai come stavolta, quindi, sarà Ibrahimovic il vero allenatore in campo e visto che mancherà Pioli, lo sarà anche negli spogliatoi, perché Bonera, teorico sostituto di Pioli, non ha il carisma e la personalità dello svedese per dare suggerimenti ai suoi compagni.

    Malgrado l’ascendente di Ibrahimovic sui suoi giovani compagni, anche l’assenza di Pioli sarà indirettamente un motivo in più per capire il valore del Milan. Nel bene e nel male, quindi, presto sapremo se il peso del primato frenerà i rossoneri, oppure se al contrario gli sarà una spinta in più per ribaltare tutti i pronostici.

    Sul piano tecnico e non soltanto teorico il Napoli ha un organico migliore rispetto al Milan, per cui non sarebbe una sorpresa un successo della squadra di Gattuso. Ma proprio perché hanno meno da perdere rispetto al Napoli i rossoneri possono continuare a stupire aggrappati a quel mostro di Ibrahimovic, con la speranza che la storia si ripeta. Dieci anni fa, infatti, proprio all’ottava giornata come stavolta, Ibrahimovic firmò il secondo gol dell’ultima vittoria rossonera al San Paolo nella stagione in cui il Milan, con Allegri in panchina, festeggiò l’ultimo scudetto.

    E allora dentro o fuori. Perché Natale si avvicina e presto sapremo fino a dove potrà arrivare la squadra di Pioli e fino a quando durerà l’eterna giovinezza del mago Ibra.

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