
Milan, elogio all’irrazionalità: dai possibili ottavi di finale all’eliminazione in 19 giorni. Ora serve una rivoluzione
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Non c’è nulla di razionale nel Milan: la dimostrazione è arrivata nella gara di ritorno contro il Feyenoord. Bello, a tratti bellissimo, per 50 minuti per poi farsi male da solo, con quel masochismo che si era già visto in tante occasioni durante il corso di questa stagione. Theo Hernandez é l’esempio più chiaro di tutto quello che non ha funzionato e continua a non funzionare nel club rossonero: potenzialità da top player ma atteggiamento e rendimento mediocri.
CORTOCIRCUITO- In soli 19 giorni il Milan è passato dalla possibilità di qualificarsi direttamente per gli ottavi a una clamorosa eliminazione per mano dei ragazzini del Feyenoord, quarto in Eredivisie. Bastava vincere a Zagabria e invece è riuscito nell’impresa di incassare due ko ed un pari in tre partite alla portata. Ha gettato al vento una partita dopo essere passato in vantaggio dopo 40 secondo con Gimenez, ovvero l’attaccante più forte che hai tolto ai tuoi avversari. Il Milan si interroga su qualcosa che di razionale non ha nulla, proprio nulla. Un cortocircuito che deve portare a riflessioni profonde e a delle scelte decise perché questa è una squadra che va rifondata alla base.
RISCHIO - Conceicao in conferenza stampa ha provato ad aggrapparsi alla media punti da lui ottenuta fin qui il campionato e al successo della Supercoppa Italiana. Il tentativo è apprezzabile ma la realtà oggi si chiama Torino,’ovvero il prossimo avversario dei rossoneri in Serie A. Il rischio, tangibile, è quello di subire un contraccolpo psicologico. Il Milan non può più perdere punti, deve guardare in avanti e non a quello che poteva essere e non è stato. Prima della rivoluzione della prossima estate.
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