AC Milan via Getty Images
Fassone: 'Donnarumma può cambiare idea entro il 3 luglio, tifosi tutti con noi'
RIAPERTURA? - "Tutte le volte che ho parlato con Gigio ho sempre visto un ragazzo innamorato del Milan e che voleva restare qui, purtroppo credo che poi abbia un po' subito la decisione del suo agente. Gigio avrebbe sperato in un finale diverso e chissà che non possa esserci qualche sorpresa nel futuro. Ho sentito Raiola anche ieri, mi ha anticipato i temi della conferenza. In questo momento il nostro portiere va lasciato in pace visto che è impegnato in Nazionale Under 21 per l'Europeo. Credo ci siano poche possibilità, ma mai dire mai, le nostre porte sono aperte. Invece se questa scelta sarà confermata, avremo perso un grande portiere, ma abbiamo trovato una compattezza con i tifosi che non pensavo. Sarà importante per il futuro e per affrontare al meglio il prossimo campionato. Il 3 luglio inizia la nuova stagione e non vorremmo avere in rosa giocatori in scadenza di contratto che potrebbero avere troppi pensieri in testa. Mirabelli sta lavorando per questo, vale per Gigio e per tutti coloro che sono in scadenza".
IN DIFESA DI MIRABELLI - "Nessuno aveva mai accusato Mirabelli di avere un atteggiamento minatorio, Raiola è stato il primo. Massimiliano fa tutto per il bene del Milan, respingo il tentativo di Raiola di dire che ci sono due Milan. Se Gigio è stato oggetto di minacce come ha detto Raiola, io mi dissocio e dico a Raiola e al giocatore che faremo di tutto per stare vicino a Gigio".
NUOVO PORTIERE - "Perin è una possibilità, soprattutto se avrà risolto i suoi problemi fisici. In questo momento Mirabelli sta valutando una lista ampia di portieri, per stringere su un paio di profili più adatti servirà ancora qualche giorno di tempo".
Queste invece le parole di Fassone a Mediaset: "Raiola ha detto che è stato il Milan a perdere Donnarumma? Ho sentito le parole di Raiola che ha dato le sue spiegazioni e ha detto la sua versione. Non penso che noi abbiamo perso il giocatore, ci sono stati due mesi in cui il Milan ha tentato in tutti i modi di convincere il giocatore e il suo agente di rimanere con noi, per percorrere insieme una strada che ci auspichiamo sia bella per il Milan. Non l’abbiamo convinto, il giocatore e il suo agente hanno preso un’altra decisione e questi sono i fatti. Mancanza di tempo e di discrezione come ha detto Raiola? Penso che anche questa giustificazione sia molto particolare. Già prima del closing abbiamo sempre detto che per noi Donnarumma era una priorità importante e che avremmo voluto costruire il nuovo Milan basandoci su un giocatore straordinario come lui. E fin dalla prima settimana dal nostro insediamento abbiamo cominciato i nostri colloqui con il giocatore e con l’agente che lo rappresenta. Due mesi sono un tempo lungo e importante e penso che chiedere a un giocatore di dirci se vuole rimanere oppure no prima che inizi la stagione sia nella piena e chiara necessità di un club, perché se non rimane noi abbiamo bisogno di un portiere titolare che venga e che sia sereno con la testa e che non sia in scadenza di contratto. Chiunque opera sul mercato sa che questi sono tempi più che congrui per prendere una decisione. Donnarumma è un giocatore con il contratto in scadenza l’anno prossimo e sappiamo tutti che nel 2018 è libero di firmare per un’altra squadra a zero euro. E’ un giocatore particolare per il contratto ma non solo per quello, anche perché è Donnarumma, un giocatore del Milan a cui vogliamo un grande bene e a cui crediamo molto per il futuro. Quella del tempo troppo ridotto per prendere una decisione mi sembra una scusa. Le minacce e lo striscione non rimosso dalla società? Se ho sentito bene le parole di Raiola lui si riferiva a diversi aspetti: il clima che si è creato intorno al giocatore in queste ultime due settimane dove i tifosi milanisti hanno sposato la tesi e la filosofia della società, ponendosi contro il giocatore. Poi ho appreso dalle parole di Raiola che il giocatore avrebbe ricevuto delle minacce importanti che condanno fermamente, come le condanna tutta la società. Un conto è una linea societaria e trasparente che abbiamo comunicato a tutti, anche ai media e ai tifosi, e che era quella di voler continuare con Gigio. La nostra era tutt’altro che una linea minacciosa, c’è stato anche un pressing sul giocatore, lo abbiamo incontrato quotidianamente a Milanello perché quando vuoi bene a una persona cerchi di fare in modo che sottoscriva la tua filosofia. Tutto diverso è il discorso delle minacce che condanniamo. Lo striscione, forse l’ho visto male, esprimeva solo solidarietà alla linea della società: non credo che il Milan abbia fatto poco, anzi, garantisco che se mai ci fossero questi problemi in futuro la società tutelerebbe il suo portiere e il suo patrimonio in tutti i modi possibili”.