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  • Milan-Gattuso: può scoppiare la 'guerra del grano'
Milan-Gattuso: può scoppiare la 'guerra del grano'

Milan-Gattuso: può scoppiare la 'guerra del grano'

  • Emanuele Tramacere

Il Milan del futuro, qualunque sia l'esito della stagione e quindi con o senza la qualificazione alla prossima Champions League, non sarà il Milan di Gennaro Gattuso. Il rapporto fra l'allenatore calabrese e la società rossonera è ormai logoro e compromesso a tal punto che anche parte dello spogliatoio, nonostante le parole pronunciate in conferenza stampa, sta lentamente abbandonando la nave.

"IO NON MOLLO" - Parole pesanti, quelle della conferenza pre Milan-Bologna che aprono un nuovo fronte nel complicato rapporto fra allenatore e dirigenza. Sì perché se da un lato c'è forte la volontà di cambiare, dall'altra c'è quella dell'allenatore di non concedere o regalare nulla: "Ho due anni di contratto. La parola dimissioni per me non esiste, il resto non conta nulla. Secondo voi io mollo? Se fossi stato dimesso non sarei andato in ritiro con tutti i ragazzi".


LA GUERRA DEL GRANO - Niente dimissioni, quindi, e due soluzioni sul tavolo dell'amministratore delegato Ivan Gazidis che, in ogni caso, andranno a toccare il bilancio rossonero. Sì perché se non sarà Gattuso potrebbe essere Jorge Mendes a far valere per lui il contratto biennale da circa 2 milioni di euro a stagione (più la parte relativa allo staff) con scadenza 30 giugno 2021. Un totale di circa 10 milioni di euro lordi che, in ogni caso peseranno sulle casse del club.

DUE OPZIONI - Sì perché le soluzioni per il Milan sono due: o esonerare Gattuso tenendolo sotto contratto (e quindi pagando oltre allo stipendio del nuovo allenatore anche il suo) oppure trattare, tramite Mendes, una buonuscita inferiore a quella cifra e che poi consenta all'agente portoghese di trovare all'allenatore un nuovo club. E se non ci sarà accordo, la "guerra del grano" avrà inizio. Con o senza Champions, con o senza Europa.


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