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  • Milan:| Ibrahimovic vale 23 punti

    Milan:| Ibrahimovic vale 23 punti

     

    Scatti (di nervi) e gol. Parolacce (peggio) e assist. Ma se Zlatan Ibrahimovic continua così al Milan gli perdoneranno tutto, come del resto è sempre successo finora. Il suo momento, che ormai dura da mesi, è fantastico. In campionato sta segnando da 5 partite a fila, nelle ultime 9 ha fatto 10 gol senza timbrare solo a Firenze e con questa montagna di reti ha dato al Milan 23 punti. Non solo, nella classifica degli assist è solo a un punto ma per un’unica ragione: Robinho, Pato, Cassano e compagni hanno sprecato la straordinaria produzione di palle-gol di questo fenomeno.
    In Italia non ce n’è un altro così e lo sappiamo da tempo. Lo sa soprattutto Allegri che prima dell’inizio della stagione (durante il torneo di Monaco di Baviera, a fine luglio, quando Ibra si era presentato in forma smagliante) aveva detto che sarebbe stato gestito in modo diverso rispetto all’anno precedente. Aveva spiegato il tecnico livornese:  «Nel campionato scorso, Ibra arrivò e si caricò sulle spalle la squadra. Non c’era tempo per pensare, fece tutto di corsa. Quest’anno potrà riposare un po’ di più». Ma finora è successo solo a Praga, all’ultima partita del girone di Champions con la qualificazione conquistata con due gare d’anticipo. Le altre assenze (3 in campionato e una in Champions, quella di Barcellona) sono state causate dall’infortunio muscolare.
     
    MEDIA BASSA SENZA IBRA - Metterlo fuori per farlo riposare, al di là delle buone intenzioni, non è semplice per due ragioni. La prima perchè Ibrahimovic vuole giocare sempre (ogni opera di convinzione ha sconfinate probabilità di insuccesso), la seconda perchè quando è mancato in campionato per infortunio, il Milan ha perso a Napoli, pareggiato in casa con l’Udinese e vinto appena 1-0 sempre a San Siro col Cesena. Quattro punti in tre partite. Così, finchè Ibra non ha la lingua in terra, va in campo. E nemmeno esce a fine gara: in questo campionato è stato sostituito solo due volte. Allo svedese (ma non è l’unico in questo mondo) succede spesso che la stanchezza si trasformi in nervosismo. Da qui nascono la lite con Robinho negli spogliatoi di Cagliari, l’insofferenza (con bestemmia) nei confronti di Aquilani e quel gesticolare continuo (unito a smorfie di disappunto) appena qualche compagno sbaglia un passaggio o un movimento.
     
    SOLITA GESTIONE - Non cambierà nemmeno nel 2012. Allegri continuerà a mandarlo in campo da titolare in tutte le partite di campionato e di Champions League. L’anno scorso giocò perfino gli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Bari (timbrando la serata con un gol), accettò la panchina nei quarti a Marassi contro la Samp e nel ritorno della semifinale a Palermo. Ibra non si ferma mai. Anche il ct della Svezia, Erik Hamren, nella stagione che porta agli Europei di Polonia&Ucraina gradirebbe una gestione più attenta. Se l’è già presa col Milan quando Ibrahimovic ha giocato contro il Palermo con un piede malconcio prima di una convocazione in nazionale, ma chi può fare a meno di un fenomeno come lui?

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