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  • Milan, il rinnovamento darà i suoi frutti

    Milan, il rinnovamento darà i suoi frutti

    Riceviamo, pubblichiamo e rispondiamo:

    Gentile redazione,
    vi scrivo perchè vorrei chiedervi un opinione sul mercato del Milan. Sono arrivati Amelia, Sokratis e Yepes, probabilmente arriveranno Boateng e Bocchetti. Sono davvero acquisti necessari per e da Milan? Sono ormai sette anni, dalla "scoperta" di Kakà che Braida e co. non fanno grandi colpi, considerando che Pato è costato più di 20 milioni di euro. Ci dobbiamo aspettare un Milan di seconda fascia, a livello di Genoa, Palermo e Fiorentina nei prossimi anni?
    Grazie mille


    Marco Longo

     

    Gentile Marco,
     
    quello che sta succedendo al Milan ha del paradosso. Il suo numero uno Silvio Berlusconi, abituato a primeggiare nel panorama imprenditoriale, politico e sportivo, ha messo il suo amore rossonero in secondo piano, ha scelto di non viverlo più in prima persona, cambiando di fatto le abitudini del popolo rossonero. Ha dato (quasi) completa autonomia ai suoi fidati Braida e Galliani, che hanno commesso errori nel gestire un budget, con gli anni diventato sempre più limitato. L'acquisto inutile di Ricardo Oliveira, i contratti principeschi ai vari Dida, Flamini, Oddo e Jankulovski, la cattiva del gestione di Gourcuff  e quella del settore giovanile, si aggiungono alla voglia di continuare sull'usato sicuro, piuttosto che a quella di rinnovare, di scovare un campioncino da coltivare in casa all'ombra dei "grandi vecchi".
     
    Il Milan ha scelto, negli ultimi quattro anni, di dare fiducia ad un gruppo che ha fatto vincere tutto, ma che col tempo ha perso lo smalto. Un gruppo che nel 2007 ha dato il suo ultimo colpo di coda, trascinato da un superlativo Kakà verso la conquista della Champions League. Dalla notte di Atene sono passati tre anni, sono arrivati tanti giocatori (non tutti buoni, a dir la verità) ma si è deciso di puntare ancora sullo zoccolo duro tanto che i campioni che hanno salutato (Kakà, Shevchenko, ma anche Cafu) non sono stati rimpiazzati degnamente, forse per troppa gratitudine verso chi è rimasto. Il Milan versione 2010-2011 ha ancora in rosa 8 giocatori dei 18 (Abbiati, Ambrosini, Nesta, Pirlo, Kakadze, Gattuso, Inzaghi, Seedorf) in distinta nella finale di Champions League del 2003, che diventano nove se consideriamo Zambrotta, in campo a Manchester da bianconero.
     
    Ma qualcosa sta cambiando: per scelte dall'alto, con Berlusconi che ha intrapreso una politica di austerity, per carta d'identità, di una rosa logora e stanca. Con Leonardo hanno visto la prima squadra Abate, Antonini e Borriello, con Allegri c'è la voglia di sperimentare e dare spazio ad un settore giovanile su cui nell'ultimo biennio si è investito molto. Non aspettiamoci più un Milan stile Real Madrid, che arriva, paga e prende. Il Milan di adesso non ha più a disposizione gli stessi fondi, ma ha ancora voglia di vincere. Quest'anno sono arrivati Yepes, Amelia e Papastathopoulos. Non il grande colpo, ma i campioni ci sono, e alcuni di questi ce li invidiano in tutta Europa (Pato, Thiago Silva). La società ha scelto di arrivare in tempi brevi ad una autosufficienza necessaria per il calcio del futuro, ha scelto di rinnovarsi e di puntare sui giovani. Ora può sembrare un handicap, ma con il tempo il Milan tornerà a recitare un ruolo da protagonista. In italia. In Europa..

     


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