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  • Milan illuso e beffato: Pioli meritava la vittoria, ma ora la qualificazione è un miraggio

    Milan illuso e beffato: Pioli meritava la vittoria, ma ora la qualificazione è un miraggio

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Sorpasso mancato. Il Milan si illude di battere l’Atletico, dopo aver chiuso in vantaggio il primo tempo grazie a un gol di Leao, ma poi viene raggiunto e beffato al 97’ da un rigore di Suarez, concesso erroneamente dopo più di 2’ di esame al Var perché Kalulu tocca con la mano, ma dopo un mani di Lemar. Risultato doppiamente ingiusto, quindi, perché la squadra di Pioli avrebbe meritato di vincere per la superiorità dimostrata, o almeno di pareggiare per come ha saputo soffrire in dieci uomini dopo l’espulsione di Kessie. Prima di prendersela con l’arbitro turco Cakir per i suoi errori, bisogna però sottolineare l’imperdonabile leggerezza del centrocampista rossonero, già ammonito, che non avrebbe dovuto entrare in quel modo su Llorente, mettendo così in difficoltà la squadra. Peccato perché Diaz, Tomori, Bennacer, Leao e naturalmente Pioli avevano dimostrato di meritare gli applausi degli splendidi tifosi rossoneri che alla fine hanno salutato così la squadra. Magra consolazione, perché nel calcio contano i risultati e la classifica, dopo due sconfitte, lascia poche speranze di qualificazione ai rossoneri. Anche perché, al di là di tutti gli alibi, per una errata scelta di mercato il Milan paga l’assenza di un centravanti di sicuro affidamento, per età e condizione fisica, visto che per motivi diversi Ibrahimovic e Giroud non sono mai stati disponibili quest’anno. 
        
    PARTENZA MILAN - Oltre allo svedese, eternamente infortunato, Pioli infatti deve rinunciare ancora all’attaccante francese Giroud, entrato soltanto nel finale, e a Kjaer rilevato da capitan Romagnoli al fianco del titolarissimo Tomori, tra i due esterni Calabria e Theo Hernandez. Tonali, invece, è sostituito da Bennacer per turnover che torna così a ricomporre la coppia della stagione scorsa con Kessie. E quindi ancora una volta Rebic deve improvvisarsi centravanti di scorta, sorretto dal tridente Saelemaekers-Diaz-Leao, nel consueto 4-2-3-1. A prescindere da chi c’è e chi non c’è, quello che conta però è lo spirito con cui il Milan torna dopo sette anni a giocare una gara di Champions a San Siro, ancora contro l’Atletico Madrid come l’ultima volta. Sulla panchina dei “Colchoneros” c’è ancora l’ex interista Simeone, ma la sua squadra, appena sconfitta in campionato dall’Alaves, ultimo in classifica, non ha nulla del suo spirito guerriero. Trippier, Gimenez, Felipe ed Hermoso, i quattro difensori davanti al portiere Oblak, vanno subito in sofferenza non soltanto perché poco protetti da Llorente, Koke, Kondogbia e Carrasco, che lasciano isolati Correa e Suarez, ma soprattutto perché il Milan parte a mille all’ora, occupando stabilmente la metà campo avversaria. 

    GENERALE DIAZ - Il primo a suonare la carica, trascinando i suoi compagni come un vero generale è il piccolo grande Diaz, degno della maglia numero 10 al contrario del sopravvalutato Calhanoglu che gli ha tolto spazio l’anno scorso. Non a caso è dello spagnolo del Real Madrid, che gioca quindi un suo personalissimo derby, il primo tiro del Milan, facilmente bloccato da Oblak. Ma soprattutto Diaz inventa un’apertura degna del mitico numero 10 Rivera, smarcando Rebic che arriva tutto solo davanti al portiere ma fallisce incredibilmente la grande occasione. Il gol, però, è rimandato di poco perché Diaz offre un altro intelligente assist a Leao che si inventa il meraviglioso diagonale di destro dell’1-0. 

    FOLLIA KESSIE - Sono passati 20’ e il Milan è padrone del campo e del “giuoco”, come chiedeva Berlusconi ai tempi di altre Champions. Incredibilmente, però, Kessie già ammonito riesce a complicare la partita dei rossoneri, entrando alle spalle di Llorente con un intervento tanto stupido quanto inutile. Invece di protestare con l’arbitro Cakir, guadagnandosi un’ammonizione, Rebic dovrebbe prendersela con Kessie che costringe il Milan a giocare con un uomo in meno dopo meno di mezz’ora, per due terzi di partita. Ovviamente Pioli corre ai ripari, anche se aspetta 5’ per togliere Rebic, inserendo Tonali, con un inevitabile cambio di modulo. Nel 4-4-1 d’emergenza, infatti, Diaz si sposta sulla sinistra in linea con Saelemaekers, Tonali e Bennacer, mentre Leao fa la prima punta, presentandosi subito con una spettacolare rovesciata sulla traversa, comunque da applausi anche se in fuorigioco.

    RISVEGLIO ATLETICO - Mai in grado di rendersi pericoloso, malgrado la superiorità numerica, l’Atletico offre i primi segnali di risveglio a fine primo tempo, dopo l’ingresso di Joao Felix al posto di Trippier, quando Suarez si divora il pallone del pareggio con una girata che grazia Maignan. Il tempo gioca a favore della squadra di Simeone che nella ripresa inserisce De Paul e Lodi al posto di Carrasco ed Hermoso. Pioli risponde rilanciando Giroud al posto di Leao e Ballo Tourè al posto dell’acciaccato Diaz, che esce tra gli applausi scroscianti del pubblico. Poi arrivano anche Griezmann e Lemar che rilevano Koke e il nervoso Kondogbia, già ammonito. Sono le ultime mosse per schiacciare il Milan che mostra un comprensibile affanno, figlio legittimo della stanchezza.

    SOFFERENZA MILAN - Pioli sente puzza di bruciato e allora inserisce le ultime forze fresche a disposizione per i 10’ finali: Florenzi e Kalulu che danno il cambio agli stremati Saelemaekers e Bennacer, con Calabria avanzato a metà campo. Ormai, però, si gioca a una porta sola e proprio Florenzi, appena entrato, non chiude su Lodi che dalla sinistra crossa al centro per Griezmann bravo ad anticipare Romagnoli e ancora più bravo a battere il suo connazionale Maignan con un perfetto destro al volo. In teoria ci sono ancora 6’, più 6’ di recupero, per le speranze del Milan, ma Florenzi calcia male il pallone del possibile 2-1 e così i rossoneri vengono puniti in pieno recupero quando l’arbitro concede un rigore all’Atletico per un tocco di mano di Kalulu, confermato incredibilmente dal Var, anche se arriva dopo il mani di Lemar. La beffa finale viene scritta da Suarez che dal dischetto firma il gol del 2-1 al 97’! E così il Milan è colpito in partita e affondato in classifica, perché dopo due sconfitte la qualificazione agli ottavi appare un miraggio. 

    Milan-Atletico Madrid  (primo tempo 1-0)

    Marcatori: 21' pt Leao (Mil), 40' st Griezmann (Atl), 51' st rig. Suarez (Atl)

    Assist: 21' pt Brahim (Mil), 40' st Renan Lodi (Atl)

    MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Tomori, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessie, Bennacer (dal 36' st Kalulu); Saelemaekers (dal 36' st Florenzi), Brahim Diaz (dal 12' st Ballo Tourè), Rafael Leao (dal 12' st Giroud); Rebic (dal 35' pt Tonali). All.: Pioli.

    ATLETICO MADRID (3-5-2): Oblak; Gimenez, Felipe, Hermoso (dal 1' st Renan Lodi); Trippier (dal 41' pt Joao Felix), Kondogbia (dal 19' st Lemar), Koke (dal 16' st Griezmann), Llorente, Carrasco (dal 1' st De Paul); Correa, Luis Suarez. All.: Simeone.

    Ammoniti:  15' pt Kessie (Mil), 30' pt Rebic (Mil), 15' st Kondogbia (Atl), 24' st Hernandez (Mil), 34' st Saelemaekers (Mil)

    Espulso: 30' pt Kessie (Mil).

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