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  • Milan-Juve:| La sfida di San Siro vale 'doppio'
Milan-Juve:| La sfida di San Siro vale 'doppio'

Milan-Juve:| La sfida di San Siro vale 'doppio'

Con Andrea recuperato il gap fra le superpotenze, ma negli ultimi 30 mesi Milan avanti 177 punti a 174.
Agnelli a +17 è record, però solo se vince pareggia Galliani.
Conte va in pressing: scordare il Chelsea per mordere il Milan. Il tecnico bianconero tiene a rapporto il gruppo: la testa è già ai rossoneri. Chiellini in forse: meglio non rischiarlo.
(Gazzetta dello Sport)


Le due squadre mai così distanti in campionato, a cominciare dai punti: +17 per i bianconeri. Bonucci avvisa: «Loro più carichi di noi». Ma sono proprio i difensori a far la differenza.

Juve-Milan, una sfida che vale doppio?
Alla Juve impugneranno ogni sorta di amuleto, e il Milan luciderà l’orgoglio, ma per i numeri tracciati finora in campionato, i bianconeri valgono il doppio dell’avversario: 32 punti contro 15 e nove gol subiti contro 18 sono differenze mai viste nell’era moderna. Che poi l’aritmetica non basti a vincere una sfida di pallone lo si sa, però la diversità di fatturato è troppo evidente per far finta di nulla. Piuttosto, la partita servirà per levare il punto interrogativo che l’incertezza del prossimo duello impone: la Juve vale il doppio del Milan?

Di fronte non ci saranno solo vittorie e statistiche, ma pure due modi di costruire il gioco e inseguire il gol: la fenomenale cooperativa messa in piedi da Antonio Conte, contro l’individualismo milanista. Allegri non ha più Ibrahimovich, e Thiago Silva, ma il destino l’ha nuovamente affidato a uno strepitoso one man show. Cambia solo il nome sull’insegna: da Ibra a El Shaarawy, se il Faraone ha firmato metà dei gol di tutto lo spettacolo. Avrebbe il suo ispirato pifferaio anche la Juve, cioè Quagliarella, perché nessuno in serie A segna un gol ogni 74 minuti, ma in casa bianconera hanno anche un’altra orchestra: gli attaccanti producono meno della metà delle reti totali, timbrate da 12 giocatori. Al Milan hanno segnato la metà degli uomini (sei) e dalle punte arriva l’80% dell’intero incasso. Ci sono state serate che hanno rispolverato altri nomi, da Montolivo a Bojan, raramente la squadra. L’esatto contrario della Juve, il cui manifesto s’è visto con il Chelsea: che aveva tanti giocatori migliori, da Hazard a Oscar, sbriciolati da un collettivo più forte.

E se El Shaarawy rende onorevole il paragone tra gli arsenali, 29 gol a 20, il confronto si fa imbarazzante in trincea: 0,69 reti subite a partita la Juve, contro 1,38 del Milan. Ha aperto ovviamente una falla la cessione di Thiago Silva, di fronte a una difesa bianconera che s’è invece cementata sulle fondamenta dell’anno scorso. Del resto, Andrea Agnelli sta pilotando il terzo anno di ricostruzione, mentre Adriano Galliani è all’atto primo dopo la demolizione, come ha evidenziato l’avanzo dello shopping: 68,5 milioni per le cessioni, 23,65 per gli acquisti. Che poi la Juve abbia vinto con un lussuoso e temerario smaltimento altrui (Pirlo) è ormai storia. Come lo è, archiviata, la foto sui cellulari del gol di Muntari e i bisticci tra Allegri e l’ad bianconero Beppe Marotta. Magari i 17 punti di distacco annacquano la rivalità e allargano il fair play.

Semmai, Juve e Milan sono unite nella campagna d’Europa, visto che il reciproco avanzare gonfia quel ranking Uefa cui tutti tengono. Così, sull’uscio della sfida, Agnelli ha spedito le sue congratulazioni ai rossoneri per il passaggio del turno in Champions: un messaggio particolarmente gradito e apprezzato dal Milan che, a sua volta, ha augurato alla Juve di raggiungere lo stesso traguardo. Non per questo, domenica sera a San Siro sarà una partita meno tosta: oltre ai numeri, appunto, a governare ogni incrocio, ci sono poi teste, anime e gambe. Per questo, già il giorno dopo la sbornia con il Chelsea, Conte aveva avvertito i suoi: «Con il Milan sarà dura, e ci vorrà una grande partita». Lo stesso richiamo sparato ieri da Leonardo Bonucci: «Stiamo sul pezzo - ha scritto su internet - perché domenica c’è il Milan. Una squadra con tanta voglia di rivalsa, quindi ci vorrà la massima intensità. Loro, sotto l’aspetto motivazionale, sono più carichi di noi ma è proprio qui che si vedrà se la Juve c’è oppure se siamo solo un fuoco di paglia». Anche se è da un anno e mezzo che brucia.


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