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  • Milan, Giampaolo: 'Chiamata meritata. Conte? Il mio slogan è testa alta e giocare a calcio. Su Praet e Veretout...'

    Milan, Giampaolo: 'Chiamata meritata. Conte? Il mio slogan è testa alta e giocare a calcio. Su Praet e Veretout...'

    • Daniele Longo
    Marco Giampaolo si è legato al Milan con un contratto biennale con opzione per il terzo anno. La società rossonera si è affidata alle capacità dell'ex  Sampdoria per provare a tornare in Champions League. Di seguito la conferenza live di presentazione: 

    SULLA SUA CARRIERA E L'APPRODO AL MILAN: 'Un saluto a tutti, sono felicissimo e motivatissimo di allenare il Milan. Una società gloriosa, con un storia grandissima. Sicuramente è una opportunità, credo di essermi meritato questa chance con un lavoro di ricerca, adesso devo meritarla sul campo. Non c'è mai una fine a questo percorso, è stato di cadute e stile. Quando ci siamo visti con il club mi hanno detto che diffidavano da quelli che non erano mai caduti, sportivamente parlando'.

    SULLA SCINTILLA: 'Stavo salpando, ero in barca con i miei amici e ho ricevuto la chiamata di Paolo. Sono dovuto salire e lasciare i miei amici. Ho avuto il coraggio di accettare e ripartire dalla C, nonostante nutrissi rabbia e risentimento, ora 5 anni dopo la chiamata del Milan e di Paolo mi ha reso un. uomo felice, sono pronto ad accogliere questa sfida'.

    I TRE PUNTI DELLA SUA FILOSOFIA: 'Testa alta e giocare a calcio, questo il mio slogan. Non distinguo tra calciatori o riserve, né tra scarsi e forti, mi piacciono i giocatori affidabili, quelli che hanno ambizione, quelli che vogliono scrivere qualcosa di importante. Il progetto è quello di offrire uno spettacolo apprezzabile con i risultati, il Milan deve giocare per l'obiettivo massimo. Cerco di costruire step, di programmare un passo alla volta. Da domani il mio pensiero sarà quello di conoscere i giocatori, creare una mentalità, un modo di essere. Il percorso è lungo lo so, ma io devo procedere. Tutti questi passi devono creare una visione che deve essere il nostro punto di riferimento'.

    COSA PENSA DI FARE CON IL MILAN: 'Per me è il Milan è riconoscibilità calcistica, un modulo di gioco, senso di appartenenza. Il Milan ha raggiunto grandi risultati attraverso un'identità. Noi siamo riconoscibili perchè abbiamo la maglia rossonera a strisce verticali. Penso che le grandi squadre debbano avere identità. Gli obiettivi sono tanti e il percorso lungo. Ho in testa tante cose e tanto lavoro. Sarà quello di essere riconoscibile. I calciatori devono riconoscersi in quello che fanno, i tifosi devono avere senso di appartenenza'.

    SULLE AMBIZIONI E IL TEMPO: 'Credo che ci voglia del tempo, sono d'accordo. Il Milan è composto da ragazzi molto giovani, forse la più giovane del campionato e a questo gruppo di giocatori andranno trasmesse le ambizioni. E' un esercizio di mentalità vincente, questo che è il patrimonio del club, Boban e Maldini hanno esperienza da vendere e daranno il loro apporto. Giocare nel Milan non è una cosa da tutti i giorni, devi rispettare la storia e non aver paura. Sono fiducioso, devo capire i giocatori e dove orientarci. E' una bella sfida che raccolgo con molto entusiasmo'.

    SU COSA MANCA: 'Voglio conoscere bene i giocatori della rosa del Milan. Mi dispiace che Kessie, Laxalt, Paquetà, Cutrone, Bonventura che spero possa tornare presto come Caldara, Non posso disporre di loro. si tratta di scegliere giocatori funzionali alla nostra idea, non forti e meno forti. Partiamo con un numero ridotto di giocatori'.

    SULLE ASPETTATIVE: 'Io penso che non si possa giocare bene a calcio senza giocatori di qualità. Nessun allenatore può proporre un calcio apprezzabile senza qualità, la caratteristica che rende un gruppo di calciatori in sintonia, perchè ascoltano la stessa musica. Il Milan ha diversi giocatori di qualità. L'anno scorso pensavo che il Milan potesse essere la sorpresa del campionato, ricordo partite come quella contro il Napoli che vinceva 2-0 e poi perse. Pensavo che il Milan potesse ambire ai posti più nobili della classifica, il campionato poi è lungo. Ho sempre riconosciuto che dentro le corde di questa squadra ci fossero giocatori con la capacità di ascoltare quel tipo di musica. Cercheremo di scegliere giocatori in grado di portare avanti la nostra idea di gioco'.

    SULL'OBIETTIVO CHAMPIONS LEAGUE: 'L'obiettivo finale lo devo costruire, devo metterci ingredienti lungo il percorso. Bisogna costruirsi degli step, altrimenti non vuole dire nulla. E' chiaro che si guarda verso quell'obiettivo finale, sui punti di riferimento mi piace parlare di 24/25 giocatori dove è il Milan che è al dil sopra degli interessi individuali, per me la differenza la fa un gruppo di giocatori al servizio della squadra'.

    NEL 2009 E LA STORIA CON LA JUVE, E' UNA RIVINCITA?: 'Non di una rivincita, ma di un percorso lungo e complicato. Sono rimasto deluso dalle esperienze negative, ma mi hanno reso più forte. Ho studiato, mi sono aggiornato e ho ricercato. Non si finisce mai di imparare, è stato l'attaccamento e la passione che ho nei confronti del mio lavoro. Mi ha portato qui e spero mi tenga qui il più a lungo possibile'.

    SU SUSO: 'Suso è un giocatore di qualità, ha uno contro uno, ha dribbling, ha soluzioni offensive. Senza giocatori di qualità non vinci le partite. Non mi fossilizzerò su un modulo, Suso sarà oggetto di valutazione per farlo rendere e per fare rendere la squadra'.

    SUL MILAN GIOVANE E QUALCHE LEADER: 'Il mercato lo fa il club, traccio profili, mi esprimo sui giocatori che ho allenato perché conosco vita, morte e miracoli. Per esperienza posso dirvi che i giocatori forti rendono le idee dell'allenatore ancora migliori. Con Sarri ci sentiamo spesso, organizziamo spesso cene a casa sua, è l'opportunità di vederci anche se non parliamo di calcio ma di esperienze. Lui è l'esempio di come si possa vincere con sacrificio, gli devo molto perché è stato lui a suggerirmi alla dirigenza dell'Empoli quando allenavo in C. Ci siamo rubati sempre qualcosa l'uno all'altro'-

    SU HERNANDEZ: 'Theo è un calciatore per il quale il club ha fatto una ricerca importante, con grandi qualità e potenzialità. e' giovane, Ha 21 anni, mi hanno chiamato anche per fare crescere i giovani con qualità. Sono curioso di capire che giocatore sia, si porta dietro una ambizione di diventare tra i migliori di quel ruolo. E' più vicino a Laxalt, diverso rispetto a Rodriguez. E' anche lì dobbiamo vedere come fare'.

    SU PRAET E VERETOUT: 'Ringrazio il Presidente Ferrero, mi ha fatto vivere 3 anni esaltanti e mi ha liberato, di questo lo ringrazio. Praet lo conosco e lo stimo, ma non so se sarà un nuovo giocatore del Milan, siamo in tanti in quel ruolo. Siamo coperti in quel ruolo. Veretout? Poi (ride ndr). Andrè Silva e Cutrone sono giocatori diversi, per caratteristiche e devo valutarli insieme alla rosa del Milan. Sono giocatori di qualità e di livello, devo capire chi più sarà più funzionale'.

    SUI TIFOSI E LE ASPETTATIVE: 'Dico sempre promettere meno per mantenere di più, è una frase azzeccata. Questo vuol dire lavorare tanto, programmare le cose, anche quelle invisibili, che voi non vedete. Prometto lavoro, dedizione e impegno'.

    UN GIOCATORE IDALE: 'Una sintesi tra Boban e Maldini'.

    SULL'ESCLUSIONE DALL'EUROPA: 'Ci dispiace non poter disputare la competizione europea, dall'altro lato posso lavorare 7 giorni, avere un ciclo settimanale. Creare le condizioni per farlo seriamente l'anno prossimo'.

    SULLA RESPONSABILITA' RISPETTO ALLE INVESTITURE DI SACCHI E SARRI: 'Sorvolo sul concetto di maestro. Sono un allenatore di calcio che vive il suo mestiere con molta passione, è che fa fatica anche a godere del percorso. Boban e Maldini sono stati grandi giocatori, hanno una sensibilità, ho chiesto un giocatore nel breve tempo per essere funzionali nel nostro lavoro e questo lo sapevano già, mi anticipano. Ho fiducia per loro conoscenze'.

    SULLE PRIME AMICHEVOLI E LO SCHIERAMENTO TATTICO: 'Ho detto prima che partiremo con una rosa ristretta, sarà motivo per me di portare avanti qualche idea con giocatori che hanno fatto parte del milan dello scorso anno, educare i giovani della Primavera. Non devo fare esperimenti, devo capire le loro caratteristiche, tagliare l'abito più vicino alle loro misure. Il calciatore non è soltanto quello che ammirate la domenica, è tante cose, raccoglie tanti significati'.

    SU DONNARUMMA: 'Giocatore fortissimo, io gli ho chiesto la maglia tre anni fa. Per il mercato rispondono gli altri'.

    SULL'INCONTRO CON ALLEGRI: 'E' un appuntamento ricorrente, quello che mi vede stare assieme a Galeone, sono stato suo collaboratore. Max era nostro calciatore, mi ha raccontato tante cose del Milan, l'ho sentito qualche ora fa prima di venire. Il confronto ci arrichisce, poi gli chiederò molte altre cose, per me è importante capire dove sono anche se l'ho già capito'.

    SUI TOP PLAYER: 'Cerchiamo solo top player (ride ndr)'.

    SU COME HA STRUTTURATO IL LAVORO: 'C'è un percorso da seguire, la qualità dei giocatori sposta gli equilibri. Il primo messaggio è il collettivo, inizialmente dobbiamo conoscerci'.

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