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  • Milan, la dignità di Pioli fa rima con serietà: Rangnick provoca, lui sta in silenzio. Che lezione!
Milan, la dignità di Pioli fa rima con serietà: Rangnick provoca, lui sta in silenzio. Che lezione!

Milan, la dignità di Pioli fa rima con serietà: Rangnick provoca, lui sta in silenzio. Che lezione!

  • Alberto Cerruti
    Alberto Cerruti
Nessuno sa se, e quando, riprenderà il campionato. E nella migliore delle ipotesi, a maggior ragione dopo una sosta così lunga, nessuno può prevedere dove arriverà il Milan, teoricamente ancora in corsa per guadagnarsi un posticino nella prossima Europa League, o addirittura per arrivarci direttamente vincendo la Coppa Italia, visto che deve ancora giocare la semifinale di ritorno contro la Juventus, sia pure senza Ibrahimovic. Tra tanti legittimi punti interrogativi, l’unica certezza sul pianeta Milan riguarda Stefano Pioli, l’allenatore chiamato d’urgenza per salvare la stagione dopo la disastrosa partenza con Giampaolo. Non ci riferiamo al suo futuro, bensì ai suoi meriti sul campo e fuori

In questi mesi senza calcio, infatti, l’allenatore rossonero è riuscito a non dire nemmeno una parola sulla sua scomoda posizione, evitando il minimo accenno di legittimo lamento. In fondo si tratta di un piccolo record di resistenza, figlia della sua non comune signorilità. Pioli, che è stato un difensore di buon livello, nella Juventus di Platini e Scirea, prima di diventare un ottimo allenatore capace tra l’altro di portare la Lazio al terzo posto, è cresciuto giocando con il pallone e non studiando sui libri e quindi sa come va il mondo del calcio, per cui ha capito da tempo che la sua panchina è stata messa in discussione da Gazidis. Cose che capitano, soprattutto in Italia, con la grande differenza che il suo sostituto designato, il tedesco Ralf Rangnick, non ha fatto nulla per nascondere la trattativa con i dirigenti rossoneri, tra l’altro all’insaputa di Boban e Maldini, giustamente irritati per essere stati scavalcati. 

Tra un’intervista e l’altra ai giornali tedeschi, Rangnick ha scoperto le carte, sforzandosi di lasciare aperte le porte a tutte le soluzioni, ma così facendo ha ulteriormente indebolito la posizione di Pioli, dimostrando tra l’altro scarsa etica professionale. Magari alla fine Rangnick non arriverà, però intanto ha indirettamente messo a dura prova il lavoro e la pazienza di Pioli. Un altro al suo posto si sarebbe lasciato sfuggire almeno una frecciatina, perché le possibilità per farlo, con o senza i social, non mancano mai. Lui, invece, ha continuato a tenere i contatti da casa coi i giocatori, come se niente fosse, rispondendo con il silenzio alle indirette provocazioni di un collega che dovrebbe imparare tanto da Pioli e non sperare di insegnargli qualcosa con nuovi metodi di allenamento. Una lezione da gran signore qual è, che magari non servirà a nulla perché i signori nel calcio e nella vita hanno meno successo di chi ha il cosiddetto pelo sullo stomaco. 

Ma comunque una lezione che merita il rispetto di tutti i tifosi rossoneri, gli ultimi in ordine di tempo a scoprire le qualità morali di Pioli, già conosciute e apprezzate dai tifosi delle altre squadre. Ricordare, per credere, gli applausi che tutti i tifosi della Fiorentina gli hanno rivolto quando Pioli è tornato a Firenze in occasione dell’ultima partita del Milan. Nessuno, infatti, aveva dimenticato che proprio lui era riuscito a compattare il gruppo, sconvolto dalla tragica scomparsa del capitano Astori. Eppure anche a Firenze era stato messo in discussione dalla dirigenza e proprio per questo aveva dato le dimissioni. Perché la dignità fa rima con serietà. Senza tanti discorsi, come piace a Pioli che al contrario di altri preferisce i fatti alle parole. E ogni nostro riferimento a Rangick non è puramente casuale.

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