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Milan, la vittoria della Coppa Italia non salverebbe la stagione. Ma Conceiçao lascia qualche traccia da seguire
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Sergio Conceiçao non si cura del proprio futuro e punta alla vittoria della Coppa Italia per chiudere una stagione (a metà) alla guida del Milan complicata da analizzare. Provare a regalare e a regalarsi un secondo trofeo dopo la Supercoppa Italiana sarebbe il modo meno amaro per congedarsi da una piazza che, salvo clamorosi colpi di scena, non sarà più la sua a partire dal 1° luglio. In queste ultime settimane, il tecnico portoghese ha cercato di lavorare su soluzioni e situazioni inedite rispetto all'inizio della sua esperienza, dando la sensazione di “voler” lasciare in eredità ben più di qualche risultato al Milan di domani.
FINALE COPPA ITALIA, TUTTE LE INFO SUI BIGLIETTI
Al netto della perdurante altalenanza di risultati, il recente cambio di modulo col passaggio alla difesa a tre appare come la veste tattica più adatta a valorizzare gran parte dei calciatori presenti nell'attuale organico. Più che avere un effetto benefico sul rendimento dei tre difensori – tra questi, Tomori e Thiaw sono peraltro due dei possibili sacrificabili sul mercato estivo – sono principalmente i “quinti” Alex Jimenez e Theo Hernandez a poter sfruttare al meglio il rispettivo potenziale. Difficile prevedere oggi se questo sistema di gioco sarà adottato dal prossimo allenatore e sarà ritagliato sulle caratteristiche di una rosa che dovrà essere costruito dal futuro direttore sportivo.
IL MILAN PUO' CAMBIARE LA CORSA ALL'EUROPA: ECCO COME
La quasi certa assenza dalla Champions League 2025/2026 farà venire meno introiti preziosi per finanziare la campagna acquisti della prossima estate. E questo potrebbe spingere nella direzione di toccare solo parzialmente una squadra che, anche secondo le valutazioni interne alla dirigenza del Milan, non ha rispettato le attese a dispetto dei propri valori tecnici e non merita di essere stravolta. L'andamento di questa stagione sembra suggerire che l'innesto di un paio di centrali più adatti a giocare di reparto, un centrocampista centrale con compiti di regia (che possa liberare Reijnders in una posizione più offensiva) rappresentino le priorità da perseguire nella prossima finestra di mercato.
MILAN, RISCATTO CONCEICAO: SERVIRA' PER RESTARE?
Strettamente collegate alle strategie, che le due nuove figure che saranno inserite nell'area tecnica dovranno indirizzare, meritano attenzione anche le valutazioni ad ampio raggio che dovranno essere fatte per quei calciatori che hanno reso molto o solo parzialmente al di sotto dei loro abituali standard. Il Milan degli ultimi anni è stato costruito su tre punti pressoché fermi come Maignan, Theo Hernandez e Leao. A questi si sono aggiunte tre pedine di valore come Fofana, Reijnders e Pulisic. Poi, difesa a parte, restano aperte ancora alcune questioni, tra cui quella annosa del centravanti. La stagione era iniziata con Morata titolare e Abraham prima alternativa, con Jovic molto nelle retrovie; a gennaio, il capitano della Spagna ha salutato la compagnia e sono stati investiti 35 milioni di euro per Gimenez che, dopo un avvio incoraggiante, tra problemi di adattamento e di forma fisica, ha poi ceduto il passo ad Abraham (in prestito dalla Roma) prima e al redivivo Jovic (in scadenza di contratto) poi.
Tutto questo per affermare che, indipendentemente dalla vittoria della Coppa Italia o meno e dei risultati pesantemente negativi raccolti nelle competizioni principali, questa movimentata stagione del Milan suggerisce qualche traccia da seguire per provare a non ripetere determinati errori in quella prossima. Ma da qui ad immaginarla come “positiva” o “salvabile” con un altro trofeo in bacheca, ce ne passa.
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Al netto della perdurante altalenanza di risultati, il recente cambio di modulo col passaggio alla difesa a tre appare come la veste tattica più adatta a valorizzare gran parte dei calciatori presenti nell'attuale organico. Più che avere un effetto benefico sul rendimento dei tre difensori – tra questi, Tomori e Thiaw sono peraltro due dei possibili sacrificabili sul mercato estivo – sono principalmente i “quinti” Alex Jimenez e Theo Hernandez a poter sfruttare al meglio il rispettivo potenziale. Difficile prevedere oggi se questo sistema di gioco sarà adottato dal prossimo allenatore e sarà ritagliato sulle caratteristiche di una rosa che dovrà essere costruito dal futuro direttore sportivo.
IL MILAN PUO' CAMBIARE LA CORSA ALL'EUROPA: ECCO COME
La quasi certa assenza dalla Champions League 2025/2026 farà venire meno introiti preziosi per finanziare la campagna acquisti della prossima estate. E questo potrebbe spingere nella direzione di toccare solo parzialmente una squadra che, anche secondo le valutazioni interne alla dirigenza del Milan, non ha rispettato le attese a dispetto dei propri valori tecnici e non merita di essere stravolta. L'andamento di questa stagione sembra suggerire che l'innesto di un paio di centrali più adatti a giocare di reparto, un centrocampista centrale con compiti di regia (che possa liberare Reijnders in una posizione più offensiva) rappresentino le priorità da perseguire nella prossima finestra di mercato.
MILAN, RISCATTO CONCEICAO: SERVIRA' PER RESTARE?
Strettamente collegate alle strategie, che le due nuove figure che saranno inserite nell'area tecnica dovranno indirizzare, meritano attenzione anche le valutazioni ad ampio raggio che dovranno essere fatte per quei calciatori che hanno reso molto o solo parzialmente al di sotto dei loro abituali standard. Il Milan degli ultimi anni è stato costruito su tre punti pressoché fermi come Maignan, Theo Hernandez e Leao. A questi si sono aggiunte tre pedine di valore come Fofana, Reijnders e Pulisic. Poi, difesa a parte, restano aperte ancora alcune questioni, tra cui quella annosa del centravanti. La stagione era iniziata con Morata titolare e Abraham prima alternativa, con Jovic molto nelle retrovie; a gennaio, il capitano della Spagna ha salutato la compagnia e sono stati investiti 35 milioni di euro per Gimenez che, dopo un avvio incoraggiante, tra problemi di adattamento e di forma fisica, ha poi ceduto il passo ad Abraham (in prestito dalla Roma) prima e al redivivo Jovic (in scadenza di contratto) poi.
Tutto questo per affermare che, indipendentemente dalla vittoria della Coppa Italia o meno e dei risultati pesantemente negativi raccolti nelle competizioni principali, questa movimentata stagione del Milan suggerisce qualche traccia da seguire per provare a non ripetere determinati errori in quella prossima. Ma da qui ad immaginarla come “positiva” o “salvabile” con un altro trofeo in bacheca, ce ne passa.
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