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  • Milan, le plusvalenze non bastano più

    Milan, le plusvalenze non bastano più

    • Luca Borioni
    Sarà pur stato un trionfo di plusvalenza, ma il rapido passaggio di Luiz Adriano al Milan non lascia certo un messaggio di speranza al tifoso rossonero. A meno che non si voglia pensare che il guadagno accumulato per la cessione in Cina dell’attaccante brasiliano, arrivato dall’Ucraina per 8 milioni e rivenduto in Oriente per 15, non possa essere reinvestito per un nuovo acquisto più utile alla causa di Mihajlovic (o chi per lui sulla panchina). Altrimenti l’eredità che lascia Luiz Adriano è la solita: sul mercato manca una strategia a lungo termine, manca un modello ispiratore.

    Anche perché il transito veloce del brasiliano al Milan ne porta alla mente molti altri, troppi. Citando a memoria, ad esempio quello del marocchino Adel Taarabt che due stagioni fa è apparso al mercato di gennaio per poi sparire a giugno. Con Seedorf allenatore fece in tempo a mettere in mostra qualche buon numero, ma non abbastanza da consacrarlo come “giocatore da Milan”.

    Lui come Valter Birsa, lo sloveno arrivato tramite il canale Genoa passando dal Torino: una quindicina di partite al Milan in un ruolo prezioso come quello del trequartista, non abbastanza impreziosito dalle giocate solo estemporanee di questo interprete capitato in una squadra così prestigiosa forse per caso. Ora fa il suo onesto lavoro al Chievo.       

    Ma la storia delle meteore rossonere sarebbe lunga e in molti l’hanno raccontata. Qui possiamo accennare, tra gli altri, anche al difensore americano Oguchi Onyewu ricordato principalmente per la stazza da football e per una rissa in allenamento con Ibrahimovic, con tanto di costola rotta. Oppure l’ex canterano blaugrana Bojan Krcic che oggi gioca allo Stoke City, squadra tosta di Premier League, assieme a un altro ex meteorino rossonero, Marco van Ginkel. Neanche lo spagnolo nel Milan ebbe gloria, dopo averla cercata invano pure alla Roma.  

    Insomma, tanti acquisti affrettati, scommesse sfasate, investimenti poco mirati solo in parte coperti dal vantaggio della plusvalenza. Resta il dato di Luiz Adriano, 18 presenze in campionato e appena 3 gol con la maglia numero 9 rossonera, sempre più marchiata dalle recenti negative esperienze di altri centravanti che per varie ragioni non sono riusciti a conquistarsi un ruolo nella storia: l’ultimo Pato, il Matri che ritorna senza mai restare, Torres azzardo senza sostanza, fino a Destro così tanto voluto e così poco apprezzato. Sarà per questo o sarà per la decadenza dei brasiliani in serie A (dal portiere Neto che non riesce a giocare nella Juventus di Gigi Buffon, da Maicon malinconico nella Roma sofferente, passando per Felipe Anderson che nella Lazio non mostra più miracoli, fino a Hernanes che alla Juve deve accontentarsi di rare apparizioni), fatto sta che Luiz Adriano si aggiunge suo malgrado alla lista degli errori. Troppi, vero Galliani?

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