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  • Milan, non è il mercato di Montella
Milan, non è il mercato di Montella

Milan, non è il mercato di Montella

  • Federico Albrizio
Pazienza, fiducia e obiettivo Europa League: queste le parole chiave della conferenza stampa di Vincenzo Montella alla vigilia di Milan-Torino, parole però che i tifosi rossoneri si sono sentiti ripetere tante, troppe volte negli ultimi anni e non possono dunque bastare per placare la rabbia montante per un altro mercato non all'altezza delle aspettative. Non solo i tifosi, dalle risposte dell'Aeroplanino è emersa una non piena soddisfazione anche da parte dello stesso tecnico campano rispetto alle operazioni completate dal Milan: emblematica la battuta, chiaramente in toni scherzosi, su José Sosa, l'acquisto più contestato e criticato di questa sessione ("Naturalmente ho chiesto anche Iniesta ma non c'è stata la possibilità, anche se hanno la stessa età").

MERCATO SENZA SORPRESE, IN TUTTI I SENSI - In effetti è difficile dire che questo mercato sia stato fatto a misura di Montella: le sue indicazioni per le prime scelte non solo non sono state rispettate, ma in alcuni casi per i cosiddetti 'piani b' si è virato su giocatori che poco o nulla hanno a che vedere con gli iniziali diktat del tecnico. Esclusi Vangioni e Lapadula arrivati prima e Sosa del quale si è già parlato ampiamente, basti pensare a Gustavo Gomez, arrivato come alternativa a Mateo Musacchio dal quale però tecnicamente si discosta in maniera drastica: Montella aveva chiesto un centrale di impostazione che guidasse la linea con Romagnoli, questo l'identikit che aveva portato correttamente a Musacchio, il paraguaiano ex Lanus invece è un centrale sì di prospettiva (classe '93, tre anni in meno di Musacchio) ma non ha le sue doti tattiche e in possesso palla, facendo invece dell'intesità e della fisicità i propri punti di forza. Non rispettati i piani iniziali, ma a smorzare la polemica ci ha pensato direttamente Montella che in conferenza ha spiegato come sapesse perfettamente le condizioni economiche in cui si trovava il Milan al suo arrivo e il budget che avrebbe avuto a disposizione, ciò nonostante era lecito aspettarsi qualcosa di più e a questo probabilmente si deve la nota di malcontento percepita oggi: un mercato senza sorprese per l'Aeroplanino insomma, sia in senso negativo che positivo.

SCONSOLATO, NON RASSEGNATO: SERVE UN ULTIMO COLPO - Sconsolato sì, rassegnato no: sono due i motivi per cui al di là di una nota di lieve amarezza non si è percepita rabbia o frustrazione in Montella. In primis la rosa a disposizione non è così povera come sembra e ci sono giocatori sui quali il tecnico è entusiasta di lavorare: Niang ("Sta lavorando per diventare un campione") è in assoluto il talento grezzo che Montella vuole raffinare in un prezioso diamante, la mancata cessione di Bacca offre poi la possibilità di gestire un bomber da 20 reti a stagione, una tipologia di attaccante che Montella non ha mai utilizzato nelle precedenti esperienze con Fiorentina e Sampdoria (anche per l'assenza in rosa di un giocatore del genere). In secondo luogo il fatto che il mercato del Milan non sia ancora chiuso: lo ha ammesso lo stesso tecnico, la società sa di cosa c'è bisogno e un indizio è arrivato dalla collocazione tattica di Sosa. E' una mezzala, non un centrocampista centrale e proprio qui si stanno concentrando gli sforzi della società: Kovacic (anche se non propriamente abile davanti alla difesa) resta il sogno difficile ma possibile negli ultimi giorni di mercato, Stambouli (di minore appeal ma adatto al ruolo) un'altra opportunità data dai movimenti a centrocampo del PSG; entrambi sono raggiungibili come noto solo se Real Madrid e PSG saranno disposti a cederli con la formula del prestito. Un ultimo colpo dunque per Montella: questo non è stato il suo mercato, il tecnico è pronto a fare di necessità virtù ma ha bisogno di un ultimo sforzo da parte della società per avere una rosa competitiva per arrivare almeno in Europa League.

Twitter: @Albri_Fede90

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