E' la stagione dei record per il Milan. Ma solo in negativo. I 22.106 abbonamenti sottoscritti da tifosi, il peggior dato dell'era Berlusconi, è direttamente proporzionale ai risultati sul campo degli uomini di Allegri. Sette punti in sette partite, sette gol fatti e sette gol subiti. Questi i numeri dell'imbarazzate stagione del Milan, che ieri sera contro l'Inter ha perso la quarta partita in sette gare, come non succedeva da oltre ottanta anni. Siamo solo ad ottobre ma la lotta per il titolo non è già più affare dei rossoneri: otto punti di distanza dalla Lazio, che occupa l'ultimo posto per andare in Champions League, addirittura dodici dalla coppia di testa Napoli-Juve. Più che guardare avanti il Milan ha l'obbligo di guardarsi alle spalle.

La rosa non è all'altezza, Allegri vive in uno stato di confusione e Galliani, che in tempo di crisi non può permettersi di esonerare l'allenatore e pagarne un altro, non sa che fare. Lo stesso Galliani che a fine mercato aveva parlato così: "Con l'arrivo di Bojan e De Jong, adesso Allegri si deve preoccupare, perché l'obiettivo non è più il terzo posto. Adesso deve lottare per vincere come abbiamo fatto negli ultimi due anni. Il Milan, con gli ultimi colpi, ha colmato il gap". Parole, parole, parole. Come quelle di Allegri: "Se mi manderanno via resterò l'allenatore che ha fatto più punti nelle ultime due stagioni in Italia". Anche quello che ha fatto sette punti in sette partite. Il peggior inzio di sempre dell'era Berlusconi.