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  • Milan, ora o mai più: Elliott non ha alibi, è tempo di Champions. Pioli e Ibra sotto esame

    Milan, ora o mai più: Elliott non ha alibi, è tempo di Champions. Pioli e Ibra sotto esame

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Ora mai più. Al terzo anno di proprietà, anche se il primo era incominciato in ritardo, il fondo Elliott non ha più alibi. Dopo il quinto posto, a un punto dalla zona Champions League grazie al carattere di Gattuso, e il sesto raggiunto al termine di un’affannosa rincorsa seguita alla staffetta Giampaolo-Pioli, il Milan non può più fallire il ritorno nell’Europa dei grandi. E quindi niente alibi per nessuno: per la famiglia Singer, che fin qui ha speso inutilmente tanti soldi; per i dirigenti, da Gazidis a Maldini, incaricati di scegliere allenatori e giocatori; per l’allenatore Pioli, che può lavorare dall’inizio dopo il bel finale del campionato scorso; e naturalmente per i giocatori, dal “totem” Ibrahimovic al capitano Romagnoli. 

    Il mercato estivo chiuderà il 5 ottobre, dopo l’inizio del campionato e l’esordio in Europa League, per cui è presto per giudicare il reale potenziale del nuovo Milan. Ma senza cadere nel grave errore di valutazione di due anni fa, quando la coppia Mira-Fax, al secolo Mirabelli e Fassone, esagerò nelle spese, negli acquisti e nelle promesse, le basi per la nuova stagione sono incoraggianti. Sorvolando sui 7 milioni netti che Ibrahimovic ha preteso e ottenuto, anche se dalla proprietà fanno sapere che grazie agli sconti fiscali in realtà sono meno, il rinnovo del suo contratto è stato considerato da tutti, senza eccezione alcuna, la prima mossa indispensabile per continuare nel processo di crescita del post-lockdown. Ma siccome nemmeno Ibrahimovic da solo potrebbe bastare per scalare altre due posizioni in classifica, l’acquisto di Tonali, che sembrava ormai destinato all’Inter, ha rappresentato la prova che le intenzioni della proprietà sono serie. Con Ibrahimovic e Tonali ci saranno anche Brahim Diaz e Bakayoko, ma oltre a loro Pioli giustamente aspetta altri tre rinforzi: un centrale di scorta come alternativa a Kjaer, un terzino destro più continuo di Conti e Calabria, un attaccante che possa sostituire Ibrahimovic, al quale non si pùò chiedere di giocare sempre in campionato, Europa League e coppa Italia. 

    Il tempo dirà se sarà possibile esaudire tutti i legittimi desideri del tecnico rossonero, ma a quanto pare le intenzioni sono serie e non potrebbe essere diversamente, perché è fondamentale partire bene senza essere costretti a correre ai ripari a gennaio. E se davvero il mosaico sarà completato, aggiungendo quel 30/40 per cento che ancora manca al Milan per essere una grande squadra, come ha detto Boban, a quel punto Pioli dovrà soltanto confermare di essere un ottimo allenatore. Dopo avere rimesso in carreggiata una squadra allo sbando, sarebbe lui infatti il primo responsabile se non riuscisse a raggiungere l’obiettivo minimo del quarto posto. Senza mai sottovalutare le responsabilità dei giocatori, a cominciare da Ibrahimovic, il primo sotto esame che deve dimostrare di essere quel campione che è stato fin qui, anche se tra un mese esatto festeggerà 39 anni. Ancora una volta dovrà essere lui a trascinare compagni che al suo fianco possono crescere. Come Tonali, atteso al definitivo salto di qualità in una grande squadra. Ma oltre al nuovo ventenne centrocampista, anche Calhanoglu e Leao, che per troppo tempo sono stati due punti interrogativi, devono dare definitivamente ragione a Pioli che ha saputo rilanciarli. Dopo lo sprint finale da giugno ad agosto, ora serve la continuità di un campionato intero, senza perdere posizioni e punti preziosi all’inizio. Il tempo delle promesse è finito per tutti. E quindi ora o mai più, perché quest’anno nessuno avrà più alibi per giustificare un’altra assenza dall’Europa che conta.

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