
Milan, perché Sarri può balzare in pole position per il dopo Conceiçao
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Il tempo passa, passa e ancora passa. Ma una delle decisioni che la dirigenza del Milan non potrà certo rimandare in maniera indefinita è quella che riguarda il nome del prossimo allenatore. Sergio Conceiçao, che osserverà l'ultima di campionato col Monza dalla tribuna per la squalifica figlia dell'espulsione di Roma, è al passo d'addio nonostante un contratto sottoscritto fino a giugno 2026. Molto non ha funzionato tra il tecnico portoghese subentrato a Paulo Fonseca, parte della squadra e l'ambiente in generale. L'amministratore delegato Giorgio Furlani ha chiarito pochi giorni fa che il mercato – ed è lecito immaginare pure la designazione dell'allenatore – sarà compiuta dalla società. Non volendola legare necessariamente ed evidentemente ad un'altra mossa strategica come quella del direttore sportivo.
Per il dopo Conceiçao, un nome che può riprendere quota all'interno di una lista che contempla diversi candidati e che ha come minimo comune denominatore il fatto di essere italiano e di conoscere il nostro campionato è quello di Maurizio Sarri. Un profilo che in casa Milan è stato seguito, trattato, corteggiato ma mai fino in fondo perseguito. O meglio: se nell'estate del 2015 fu il “niet” dell'allora presidente Silvio Berlusconi a stoppare tutto – per questioni stilistiche e di fede politica, si sussurra – lo scorso gennaio l'ex tecnico di Napoli, Lazio e Juventus fu contattato per prendere il posto di Fonseca. Come per Conceiçao, la proposta contemplava un accordo breve o comunque vincolato alla qualificazione alla prossima Champions League, consentendo alla società rossonera di rescindere anticipatamente l'accordo. Condizioni che Sarri non ritenne ricevibili, spianando la strada a Conceiçao.
Ripensare oggi all'allenatore toscano è una strada che perseguirebbe una sua logica. E' fermo da oltre un anno e alla ricerca di una nuova stimolante sfida, forse l'ultima della sua carriera, ma soprattutto per stile di gioco e capacità/necessità di lavorare in profondità su determinati automatismi tattici possiede caratteristiche che si potrebbero sposare bene coi requisiti messi sul piatto dai dirigenti del Milan. In attesa di capire quelli che saranno i primi significativi movimenti in entrata ed in uscita sul mercato, anche il fatto che la formazione rossonera abbia utilizzato con continuità il 4-3-3 come sistema di gioco nelle ultime stagioni è un buon punto di partenza. Curioso poi che tra i giocatori attenzionati per la prossima stagione ci sia Samuele Ricci del Torino, regista in forza al Torino che Maurizio Sarri aveva suggerito alla Lazio.
In attesa che il management rossonero determini i tempi per comunicare la scelta sul futuro allenatore, nella corsa alla panchina oggi di Conceiçao rimangono sullo sfondo Vincenzo Italiano – che non ha ancora risposto alla proposta di rinnovo del contratto del Bologna – e più defilati Massimiliano Allegri (primo nome di Aurelio De Laurentiis in caso di addio di Conte al Napoli) e Gian Piero Gasperini, che a sua volta vuole riflettere sull'offerta di prolungamento con l'Atalanta fino al 2027.
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Per il dopo Conceiçao, un nome che può riprendere quota all'interno di una lista che contempla diversi candidati e che ha come minimo comune denominatore il fatto di essere italiano e di conoscere il nostro campionato è quello di Maurizio Sarri. Un profilo che in casa Milan è stato seguito, trattato, corteggiato ma mai fino in fondo perseguito. O meglio: se nell'estate del 2015 fu il “niet” dell'allora presidente Silvio Berlusconi a stoppare tutto – per questioni stilistiche e di fede politica, si sussurra – lo scorso gennaio l'ex tecnico di Napoli, Lazio e Juventus fu contattato per prendere il posto di Fonseca. Come per Conceiçao, la proposta contemplava un accordo breve o comunque vincolato alla qualificazione alla prossima Champions League, consentendo alla società rossonera di rescindere anticipatamente l'accordo. Condizioni che Sarri non ritenne ricevibili, spianando la strada a Conceiçao.
Ripensare oggi all'allenatore toscano è una strada che perseguirebbe una sua logica. E' fermo da oltre un anno e alla ricerca di una nuova stimolante sfida, forse l'ultima della sua carriera, ma soprattutto per stile di gioco e capacità/necessità di lavorare in profondità su determinati automatismi tattici possiede caratteristiche che si potrebbero sposare bene coi requisiti messi sul piatto dai dirigenti del Milan. In attesa di capire quelli che saranno i primi significativi movimenti in entrata ed in uscita sul mercato, anche il fatto che la formazione rossonera abbia utilizzato con continuità il 4-3-3 come sistema di gioco nelle ultime stagioni è un buon punto di partenza. Curioso poi che tra i giocatori attenzionati per la prossima stagione ci sia Samuele Ricci del Torino, regista in forza al Torino che Maurizio Sarri aveva suggerito alla Lazio.
In attesa che il management rossonero determini i tempi per comunicare la scelta sul futuro allenatore, nella corsa alla panchina oggi di Conceiçao rimangono sullo sfondo Vincenzo Italiano – che non ha ancora risposto alla proposta di rinnovo del contratto del Bologna – e più defilati Massimiliano Allegri (primo nome di Aurelio De Laurentiis in caso di addio di Conte al Napoli) e Gian Piero Gasperini, che a sua volta vuole riflettere sull'offerta di prolungamento con l'Atalanta fino al 2027.
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Commenti
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Sarri e Tare si detestano cordialmente. Ennesima cappellata del genio Furlani?