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  • Milan Primavera: 6 partite per evitare l'incubo retrocessione, il flop non è solo di Leonardo

    Milan Primavera: 6 partite per evitare l'incubo retrocessione, il flop non è solo di Leonardo

    • Emanuele Tramacere
    Un periodo nero, non solo per il Milan allenato da Gennaro Gattuso. La società rossonera, uscita sconfitta fra le polemiche dal big match contro la Juventus, ha incassato nel pomeriggio di sabato anche un ko nel derby Primavera contro l'Inter che si sta rivelando ben più pesante del 4-2 incassato in campo. La squadra allenata da Federico Giunti è infatti precipitata in penultima posizione e rischia clamorosamente la retrocessione in Primavera 2.

    6 GARE PER SALVARSI - Fermo a quota 22 punti e con sole 6 vittorie in stagione, il Milan ora è scivolato a 2 punti dalla zona playout occupata dal Palermo e addirittura a -4 dalla zona salvezza in cui il balzo più importante lo ha fatto oggi il Sassuolo. Il calendario è dalla parte di Maldini e compagni che affronteranno fin dalla prossima giornata 5 scontri diretti decisivi per la salvezza nella parte bassa della classifica . Un filotto di 5 gare per evitare di trovarsi, durante l'ultima giornata, a giocarsi tutto nel big match contro la più quotata Fiorentina.

    FALLIMENTO ANNUNCIATO? - Un Milan in netta difficoltà, che prende gol da 5 gare consecutive e che soltanto 4 volte in stagione è riuscito a non subire gol. Un progetto fallimentare che ha radici profonde, con una squadra costruita male, allenata peggio e lasciata a sé stessa per larga parte della stagione. Sì perché per il secondo anno consecutivo, dopo la nidiata che ha portato in prima squadra i vari Donnarumma e Cutrone, il settore giovanile rossonero si è inceppato e, per la seconda volta nelle ultime due stagioni, lotta con un rendimento, quantomeno altalenante.

    DI CHI È LA COLPA? - Il fallimento, dicevamo, ha però radici profonde e parte dall'opera di rivoluzione avviata dall'ormai ex ds Massimiliano Mirabelli. Da plenipotenziario ha prima portato Gattuso, cambiato il responsabile del settore giovanile (con l'arrivo di Mario Beretta) e, una volta promosso l'allenatore campano in prima squadra ha dato il timone in mano ad un Alessandro Lupi che ha fatto più che fatica nel gestire idee tattiche e un gruppo che non sembra compatto e coeso. Il subentro di Leonardo non ha portato grossi cambiamenti e, al contrario, ha lasciato la Primavera a sé stessa fino al momento dell'esonero di Lupi a fine 2018. L'arrivo di Giunti ha dato una scossa, ma l'inserimento dal mercato di giocatori come Djalò e Abanda non ha prodotto nulla se non ulteriore confusione. E oggi l'incubo retrocessione è più che concreto, così come la possibilità di veder sprecati anche i (pochi) talenti presenti in rosa. Da Daniel Maldini in poi.

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