A Cesena si rischia grosso, ragazzi: sarebbe folle prendere alla leggera il match del Manuzzi. Perché hai voglia a dire che contro gli avversari meno quotati il Milan spadroneggia. Come spiegare allora la sconfitta con l’Inter, capace di perdere a Lecce e di cedere 6 punti (sei) al derelitto Novara? Si dirà che i nerazzurri vanno meglio con le grandi, ma la quaterna secca incassata da Ranieri a Roma smentisce questa tesi. Il derby perduto grida vendetta e potrebbe pesare sull’esito del campionato.

Intendiamoci: quel disgraziato 15 gennaio i cugini non hanno rubato nulla. Hanno saputo approfittare della nostra inconcludenza (67% di possesso palla… per combinare pochissimo) e colpire non appena il fato e lo sciagurato Abate (pur lodevole per l’impegno)  hanno offerto loro l’occasione propizia. Del resto avevano già segnato un gol (regolare secondo le discutibili regole attuali) su un’amnesia difensiva rossonera nel  primo tempo.

Eppure l’Inter di oggi è davvero poca cosa: non appena la sorte le ha girato le spalle, è passata da una debacle all’altra. Umiliata dalla Roma (la stessa che poi è affondata a Siena); beffata da due compagini sull’orlo della retrocessione come Lecce e Novara; ridicolizzata dal Bologna, con l’attempato Marco Di Vaio che sembrava il Ronaldo dei tempi migliori. E allora, cari amici rossoneri, attenti al Cesena: bisogna andare in Romagna concentrati e guardinghi, perché chi ha perso con l’Inter può perdere con chiunque.