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  • Milanmania: Psg e City, la storia non si compra. Milinkovic regalo Champions

    Milanmania: Psg e City, la storia non si compra. Milinkovic regalo Champions

    • Carlo Pellegatti
    Il senso della grandezza non si può comprare. Molti si chiedono chi possa acquistare ancora il Paris St.Germain per riuscire a diventare competitivo in Champions League, ma la risposta è già insita nelle prima riga di questo articolo. La grandezza la regala la tradizione del Club, la mentalità e le conoscenze dell'allenatore, l'esperienza alle grandi sfide. Sono le stesse perplessità che mi suscita il Manchester City, pur giocando in maniera sontuosa in questa stagione, agli ordini di Guardiola. Il Milan ha la fortuna di possedere il senso della grandezza, che gli ha permesso di conquistare sette Coppe dei Campioni, grazie ovviamente anche a tecnici di straordinario valore e a giocatori di altissimo livello. Dunque i rossoneri potrebbero contare comunque su un importante punto di partenza, la cultura della grandezza, se la squadra rossonera riuscirà a completare l'impresa di conquistare la qualificazione in Champions League.

    Sulla esperienza di Gattuso, nelle sfide internazionali, nessun dubbio, ma ora i dirigenti di via Aldo Rossi devono costruire, mattone dopo mattone, una squadra degna della sua griffe, grazie a strategie precise, funzionali al progetto e sempre coerenti. Quindi mi viene da sorridere quando leggo, accostati al Milan, giocatori di trenta anni dal valore stratosferico. Significa non avere capito nulla sulle scelte di fondo della Società. Sono i Saint-Maximin, i Duncan, i Sensi, gli Everton gli obiettivi del prossimo mercato per quanto riguarda il mercato dei giovani, mentre il sogno affascinante e suggestivo rimane Sergej Milinkovic-Savic. E' il giocatore preferito dai plenipotenziari milanisti per la sua modernità, per il suo eclettismo, ma soprattutto per la classe e la sua eleganza. Insomma, fra qualche mese, il Milan metterà sul tavolo le sue carte, ma ora massima concentrazione sul match contro il Chievo. Una trappola da evitare.

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