Il primo comandamento di qualsiasi tifoso in periodo di mercato è sempre lo stesso: comprare, comprare e ancora comprare. In casa Milan, al termine di una prima metà di stagione che poteva essere decisamente migliore ma che non preclude il raggiungimento degli obiettivi prefissati, sarà invece particolarmente importante tornare a spendere con criterio e trovare il modo di far convergere le esigenze di bilancio e di sfoltimento della rosa con la necessità di regalare a Mihajlovic un paio di rinforzi di sostanza per tentare fino all'ultimo l'assalto al terzo posto. In sintesi, se si deve comprare tanto per comprare, allora è meglio restare così e provare a tirare fuori il massimo da questo gruppo di calciatori.
IL PASTICCIO DELLE CESSIONI - Le prime indicazioni sul mercato del Milan giunte in questi giorni sono però all'insegna della priorità di liberarsi degli esuberi e in particolare di alcuni ingaggi molto onerosi che gravano sul monte stipendi del club. Scelte forzate dettate dai soliti errori commessi in passato ed ecco che ai vari Diego Lopez, de Jong, Cerci, Nocerino, Mauri e uno tra Zapata e Mexes va trovata assolutamente una sistemazione. Problema non di poco conto, considerati i ricchi stipendi tuttora percepiti e che diventano un ostacolo in più in sede di trattativa. Il caso El Shaarawy è invece una storia a parte, un esempio di come deprezzare definitivamente un giocatore che sembrava poter avere un futuro radioso e che ha invece imboccato una parabola discendente senza fine complicata ulteriormente dall'improbabile affare messo in piedi la scorsa estate col Monaco, un club in cui opera neanche tanto nell'ombra un personaggio come Jorge Mendes che quest'estate ha già avuto modo di mettere i bastoni tra le ruota al Milan per questioni di affari. Non sarebbe stato meglio prestare El Shaarawy ad una società italiana di medio livello per provare a rilanciarne il valore invece di infilarsi in questo ginepraio?
DUE COLPI A CENTROCAMPO - Provare a vendere per poi comprare. Sì, ma chi? E' abbastanza evidente che il reparto più bisognoso di ritocchi sia quello di centrocampo, dove negli ultimi anni sono arrivati un'infinità di giocatori, senza che nessuno di questi riuscisse a far fare il definitivo di qualità e riuscisse ad imporsi come punto di riferimento. Da qualche settimana a questa parte, Mihajlovic gioca con un 4-4-2 che ha dato maggiore equilibrio e che imporrebbe anche l'acquisto di un esterno destro per sopperire all'assenza di un reale interprete del ruolo. Il genoano Perotti, comunque più vicino alla Roma, è un buon giocatore ma non certo un campione e Candreva, forse il profilo migliore in circolazione, difficilmente si muoverà dalla Lazio in questa finestra di mercato. Ecco perchè, se Galliani riuscisse a reperire le risorse necessarie per fare almeno due colpi significativi, Soriano (se proprio non fosse possibile convincere lo Zenit San Pietroburgo a privarsi di Witsel anche in prestito con obbligo di riscatto) come mezzala e Banega come trequartista sono due candidati più che buoni per aggiungere corsa e qualità e che imporrebbe il ritorno ad un modulo più in linea con la tradizione come il 4-3-1-2. In assenza di ulteriori investimenti dalla proprietà, ci vorrano ingenio e fantasia per costruire un Milan in grado di competere per la zona Champions League, ma restare un'altra stagione fuori dalla coppa più prestigiosa sarebbe l'errore più grave che si potesse commettere. Più di un acquisto mancato o di una cessione non andata a buon fine.