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  • Milanmania, tre colpi sul mercato: la rivincita di Elliott

    Milanmania, tre colpi sul mercato: la rivincita di Elliott

    • Carlo Pellegatti
    Giovedì 14  gennaio è arrivato a Milano Soualiho Meitè. Domenica 17 è stato il giorno di Mario Mandzukic. Ora è toccato all'ultimo acquisto Fikayo Tomori. Acquisti intelligenti, funzionali, economicamente molto sostenibili. Oggi il Milan è più forte. Oggi il Milan può competere a tutti i traguardi, perché ha completato ogni reparto, non solo a livello tecnico, ma anche sotto l'aspetto numerico. In attacco, per esempio, può schierare la classe di Ibrahimovic, la forza di Mandzukic, la concretezza di Rebic, il talento di Leao, la velocità di Hauge. Poi, con Donnarumma, Calabria, Romagnoli, Kjaer, Kessié, Calhanoglu, Ibra e Supermario è una squadra dei tanti capitani, come da anni non ricordavamo. 

    La proprietà, molto criticata appena acquistato il Milan, con giudizi avventati e aprioristici, solo perché si trattava di un fondo, sta lavorando invece con prontezza e passione. Anzi molti cominciano a ritenere che, vista la particolare situazione economica, i fondi possano essere il futuro del mondo del calcio. La figura del presidente, del padre padrone, ritenuta giustamente, fino a qualche tempo fa, un elemento fondamentale per il successo di un club, diventa sempre più anacronistica, per i costi da sopportare in un mondo così volubile come quello del calcio. Legato a un gol sbagliato, a un tiro che tocca il palo invece di entrare in rete, a una pozza d'acqua che cambia la traiettoria del pallone. Il Milan è garantito dal fondo Elliott, che, con i fatti, sta cercando di riportare ai suoi livelli di tradizione e di blasone uno dei club più conosciuti al mondo. Il suo capolavoro è stato quello di intuire le potenzialità di Stefano Pioli e la bontà di un lavoro che non meritava di essere interrotto. Non ci aspettiamo investimenti faraonici, che non possono essere sopportati a causa dell'attuale congiuntura, ma con il ritorno in Champions League comincerebbe quel cammino virtuoso, degno della società rossonera. 

    Anche l'appeal del club sta ritornando importante. Forse un anno fa un giocatore come Mario Mandzukic non avrebbe accettato il corteggiamento dei dirigenti milanisti. Oggi invece il progetto è chiaro, le strategie sono ben definite, le strutture societarie delineate. Giocare dunque nel Milan è ritornato un motivo di orgoglio e di vanto per tutti i giocatori. Chiaro che i traguardi siano ancora lontani, le rivali agguerrite e motivate sono lì dietro, a un passo, ma questo mercato di gennaio è stato un chiaro avvertimento della serietà delle ambizioni rossonere, della coesione tra management di via Aldo Rossi e Milanello. Insomma si è ritornati a respirare l'aria fine dell'alta montagna. A molti potrebbe dare alla testa. Non crediamo il Milan perché quell'aria la sta respirando da 121 anni! 

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