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  • Milito appannato:| E che problema c'è?

    Milito appannato:| E che problema c'è?

     

    Il lavoro del bomber è strano: a volte basta toccare la palla con una qualsiasi parte del corpo e questa, magicamente, trova il fondo della rete. In altre occasioni invece, quel maledetto tondo bianco a spicchi neri non vuole proprio saperne; e allora tutti i movimenti, i tagli e gli scambi coi compagni, quelle cose che prima venivano naturali e quasi nauseavano per la loro ripetitiva concretezza, diventano vani, fatui e soprattutto molto difficili da attuare, quasi innaturali.


    E' successo a tutti i grandi goleador: a Inzaghi, Trezeguet, Shevchenko, e, non ultimo, all'Eto'o nerazzurro della scorsa stagione. E ora sta accadendo al suo compagno di reparto, Diego Milito. Per lui forse la questione è ancora più complessa: pensate che da quando ha abbandonato la sua natia Argentina e l'amato Racing, Milito non è mai andato sotto la doppia cifra e, fatto salvo il primo anno al Genoa (12 gol), non è mai sceso sotto le 15 reti in campionato. Lo scorso anno ha addirittura fatto segnare la sua stagione migliore di sempre, arrivando all'invidiabile quota di 30 reti; e non stiamo parlando di realizzazioni da poco, visto che il signore in questione  è andato in rete in tutte le partite decisive per l'assegnazioni dei tre trofei del Triplete, finali di Coppa Italia e Champions League comprese.

    Ecco, proprio la notte di Madrid è stata anche l'ultima serata di grazia del buon Diego, che poi, Mondiale compreso, non ha più fatto muovere la rete avversaria. Con l'Inter è a secco da sei partite (Roma, Atletico Madrid, Bologna, Udinese, Twente e Palermo) e, come se non bastasse, sta già vincendo la palma di giocatore più sostituito da Rafael Benitez: ben quattro volte il guardalinee ha alzato il suo numero 22 per richiamarlo ai box, e ogni volta è stata come una stilettata al cuore, vista la già citata atavica astinenza.

    L'ultimo cambio, quello di Palermo, ha fatto andare su tutte le furie il nostro Milito, che non ha perso tempo e si è andato a confessare con il suo procuratore. "Diego non è tranquillo - riporta Fernando Hidalgo - L'anno scorso ha reso al massimo perché c'era un tecnico che credeva ciecamente in lui". Ma come? Secondo voi il neo-arrivato Rafa Benitez non punta su una delle bocche da fuoco più micidiali del panorama calcistico? Non pensiamo sia così. Il fatto è che lo spagnolo ha dovuto giocoforza attuare dei cambiamenti, dal punto di vista tattico e dell'organizzazione dei compiti. Perché il modulo-Mourinho è andato bene, anzi benissimo, ma ormai è stato metabolizzato dagli avversari, perché la squadra ha un anno in più dell'anno scorso, perché....perché, giustamente, Benitez vuole dare un'impronta "sua" alla "sua" Inter. E' allora il rodato 4-2-3-1 diventa sempre più spesso un 4-4-2, o addirittura 4-4-1, come successo a Palermo, con Stankovic a fare più il centrocampista e liberare spazio davanti ad Eto'o, che può tornare al suo primigenio ruolo di centravanti, pur partendo da posizione defilata.

    Eto'o. Proprio il camerunese potrebbe essere, anzi è, la soluzione al problema di Milito. L'ex Barcellona non è mai partito così bene: 6 gol in altrettante partite con l'Inter, a cui si aggiungono i 4 in due con la sua nazionale. Il sorriso di Samuel non è mai stato così largo, nemmeno ai bei tempi con dei blaugrana: nel 2008/09 arrivò a quota 36 gol, se va avanti di questo passo non solo supererà in volata i 16 ("ma io se non supero quota 30 non li conto nemmeno") della stagione del Triplete nerazzurro, ma può avvicinare il suo vecchio record, senza neanche troppi sforzi. In buona sostanza, questo è il suo momento buono: ora come ora farebbe gol anche da casa sua.

    E allora, Milito e l'Inter con lui non devono disperare: i ruoli al momento si sono invertiti, per un campione che non segna ce n'è un altro "on fire", e ciò non è totalmente negativo, almeno per il bene della squadra. Con un Eto'o così il passeggero (speriamo per lui) problemino di astinenza (da gol, intendiamoci) di Diego può guarire con tutta calma. D'altronde la concorrenza non è agguerrita come lo scorso anno (Balotelli non c'è più, Coutinho e Biabiany sono esterni) e l'Inter non ha necessità, per ora, di partire dall'1-0 come succedeva l'anno scorso ogni volta che l'argentino scendeva in campo. Il lettino dello psicologo può aspettare, con un Eto'o così l'Inter può aspettare il suo Milito ancora per un po', affinché il super-Diego dell'anno scorso soppianti il discusso "Milito ignoto" di queste prime partite.


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