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  • Ministro Spadafora, è stato il suo governo a dire che si può giocare: perché non blocca lei il campionato?

    Ministro Spadafora, è stato il suo governo a dire che si può giocare: perché non blocca lei il campionato?

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    Abbiamo grande rispetto per le difficoltà che devono affrontare coloro i quali, in questi giorni drammatici, sono chiamati a decidere per tutti noi. E’ difficilissimo assumersi la responsabilità di chiudere il cuore economico dell’Italia, così come di serrare le scuole, i musei, parzialmente anche i centri commerciali e i ristoranti. Scelte traumatiche, che il governo Conte ha annunciato nella notte. Perciò comprendiamo che ci siano disfunzioni, contrattempi, anche errori.

    Quanto successo e ascoltato in queste ore attorno al calcio, però, ha assunto contorni grotteschi. Nella notte abbiamo letto, nel decreto firmato dal premier Conte, che gli «atleti professionisti e atleti di categoria assoluta» avrebbero potuto continuare nella loro attività, ovviamente nel rispetto delle regole di sicurezza. E’ il punto D dell’articolo 1 e pure la collocazione ne denota l’importanza (si arriva fino al punto T). Del resto, anche se si continua a sostenere che il calcio in questo momento sia marginale, e in effetti non è certo fondamentale, si tratta comunque di un’industria importante in questo nostro Paese e rappresenta un motivo di svago per i cittadini privati adesso, e senza che alcuno ne abbia colpa, di molte libertà.

    Ebbene, appena 9 ore dopo la firma di questo decreto (dalle 3 a mezzogiorno), il ministro Spadafora (nella foto Ansa) ha auspicato che il campionato venisse sospeso, sposando la tesi del presidente dei calciatori Tommasi. E si è molto indispettito quando il calcio, in particolare la Lega, ha deciso di andare avanti, dopo avere posticipato Parma-Spal: pensano solo ai soldi, ha detto. E ha dato loro degli irresponsabili.

    Che la Lega rivolga la propria attenzione anche al danno economico procurato dall’eventuale interruzione del campionato, questo è chiaro. Visto però che il governo e il ministro dello sport hanno interessi diversi e superiori, perché non sono stati loro a imporre lo stop attraverso il decreto emanato nella notte? Ne avrebbero avuto il potere. Perché, al contrario, hanno spiegato e specificato come ci si sarebbe dovuti comportare affinché il calcio professionistico andasse avanti? Perché Spadafora non si assume la responsabilità, assieme all’esecutivo di cui fa parte, di interrompere la serie A e lasciare tutti a casa? Chi o cosa glielo impedisce? Perché hanno chiuso le scuole e i musei e non gli stadi?

    E’ un po’ come se il capitano di una nave pretendesse che fosse il mozzo di bordo a stabilire la rotta da seguire. Il mozzo sgranerebbe gli occhi e direbbe quello che il calcio dovrebbe rispondere al ministro: capitano, tiri fuori il coraggio, tocca a lei decidere dove dobbiamo andare. Invece alla fine dovrà essere il consiglio federale, martedì, a sospendere il campionato. Mah.

    @steagresti
     

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