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  • Minneapolis in fiamme per George Floyd: bruciato commissariato, arrestata troupe CNN. Trump: 'Pronti a sparare'

    Minneapolis in fiamme per George Floyd: bruciato commissariato, arrestata troupe CNN. Trump: 'Pronti a sparare'

    Continuano a Minneapolis i disordini scoppiati in seguito alla morte di George Floyd, cittadino afroamericano di 46  anni deceduto durante un arresto da parte della polizia della città del Minnesota. Ricordiamo che Floyd è stato soffocato lunedì dall'agente che lo aveva preso in custodia, dopo averlo fatto scendere dalla sua auto perché "sembrava drogato". 

    Durante la terza notte di proteste è stata occupato e incendiato un commissariato di polizia. La chiamata della guardia nazionale, almeno 500 uomini mobilitati, per ora non è bastato. Il sindaco di Minneapolis ha proclamato lo stato di emergenza, mentre la protesta si è estesa anche a Los Angeles e New York. 

    Intanto, mentre la protesta continua e si estende, il presidente Donald Trump attacca i manifestanti: “Teppisti, se iniziano i saccheggi dobbiamo iniziare a sparare”. Il tweet in questione è stato oscurato da Twitter: “Viola le regole e incita alla violenza”. Come conseguenza, Trump ha firmato un ordine esecutivo per ridurre l’immunità di cui godono i social per i contenuti dei loro siti, che li protegge da eventuali cause: “Siamo qui oggi per difendere la libertà di parola da uno dei maggiori pericoli". 

    Come se non bastasse, un giornalista della CNN, Oscar Jimenez, e la sua troupe, sono stati arrestati in diretta tv durante i disordini. Prima del rilascio dei giornalisti, il network aveva protestato così: “E’ una violazione del primo emendamento “. 

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