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  • Mancini cambia l'Inter per Kondogbia

    Mancini cambia l'Inter per Kondogbia

    Qualcuno ha provato a dipingerlo come bidone, nonostante le sue qualità siano sempre state evidenti. Pareri fin troppo affrettati quelli espressi nei confronti di Geoffrey Kondogbia, alcuni dei quali molto molto simili ad una bocciatura definitiva. Ad accelerare ogni processo, i 31 milioni sborsati dall’Inter per trasferirlo a Milano. Come sempre il vil denaro scombussola, confonde, ostruisce il campo visivo, garantendo raramente l’oggettività tanto necessaria in situazioni come questa. Kondogbia non è un inganno, e non sia la gara di ieri sera a somministrare la verità nei pensieri dei più scettici, quanto invece il passato pieno di conferme sulle doti del centrocampista francese. 
     
    VIA I SASSOLINI - Una tremenda beffa anche per Silvio Berlusconi, costretto a rinunciare al trofeo di famiglia per cui tanto brama, proprio a causa di Kondogbia, giocatore snobbato da alcune dichiarazioni del recente passato del presidente rossonero: “Decisione saggia non aver speso 35 milioni, a quelle cifre non lo avremmo mai preso, alla metà poteva valerne la pena”, asserì Berlusconi, che ripiegò su Bertolacci. E l’ex Monaco non si è lasciato pregare, togliendosi immediatamente il sassolino dalla scarpa. Zero parole e tanti fatti, perché argomentare con i soldi non è mai elegante, mentre rispondere sul campo rimane la più grande soddisfazione. Una rete che Berlusconi sembra non aver ancora digerito, dato che in molti lo hanno descritto abbastanza contrariato al triplice fischio del direttore di gara. 
     
    CHE TANDEM - E non è un caso se Kondogbia proprio contro il Milan abbia sfoggiato una delle sue migliori prestazioni da quando veste il nerazzurro. Perché l’aspetto tattico è di fondamentale importanza ed il sistema di gioco adottato finora da Mancini non si addice alle caratteristiche tecniche del calciatore francese. L’ex Monaco non è un granatiere da utilizzare come interno di centrocampo per condurre l’attacco verso le difese avversarie, ma una perfetta diga di centrocampo, utile a sradicare un numero imprecisato di palloni. La rete messa a segno contro il Milan è la dimostrazione che Kondogbia non disdegna affacciarsi nell’area avversaria, ma un conto è chiedergli dieci o quindici inserimenti a partita e un altro è lasciargli totale libertà d’espressione. Il cuore del centrocampo è il suo pane quotidiano, da mediano esprime tutte le sue enormi potenzialità e ieri, affiancato da Gnoukouri, bravissimo nel verticalizzare e pulire palloni sporchi, ha offerto il meglio di sé. 
     
    MOMENTO CHIAVE - Lentamente anche Roberto Mancini sta abbandonando alcune convinzioni che lo hanno accompagnato fino a questo momento. Il tecnico jesino ha capito che il processo di trasformazione del calciatore francese potrebbe richiedere tempi molto lunghi, tempo che in questo momento l’Inter - alla ricerca di certezze - non ha. Ecco perché il cambio del sistema di gioco è più di un’idea: i nerazzurri non possono assolutamente prescindere da Kondogbia, di gran lunga il miglior elemento del centrocampo della società di corso Vittorio Emanuele, e per permettere all’ex Monaco di tornare ad esprimersi sui suoi, Mancini sembra disposto a ridiscutere tutto. Una cosa non da poco e che potrebbe risultare in futuro uno dei momenti chiave dell’intera stagione nerazzurra. 


    Pasquale Guarro
    Twitter: @ngoppejammeja

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