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  • Montalbano lascia la fidanzata, le donne 'vere' insorgono. Lara Lugli e il contratto di non figliare, come un animale

    Montalbano lascia la fidanzata, le donne 'vere' insorgono. Lara Lugli e il contratto di non figliare, come un animale

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Montalbano lascia Livia. Protesta a nome delle donne, neanche fosse realtà. E se anche fosse vita e non fiction?

    Montalbano all'ultimo episodio lascia la fidanzata storica Livia. Una triste telefonata  che, pur se muta al momento chiave, risuona come un addio. Incredibili eppur vere cronache riportano di proteste a nome delle donne. Proteste per cosa? Per aver osato mandare in onda una storia dove un uomo molla la fidanzata dopo tanto tempo insieme. Per aver fatto, secondo chi protesta, propaganda e istigazione al mollare la fidanzata. Dunque secondo chi protesta anche e soprattutto una fiction non può calpestare i diritti acquisiti della fidanzate accasate. Estremo oltraggio a queste ultime che il nuovo amore del Commissario Montalbano sia decisamente più giovane di Livia. Cronache incredibili eppur vere di un pensare incredibile eppure vero: ciò che non fa comodo a ciò con cui mi identifico deve essere cancellato, vietato, non visto. Montalbano non deve lasciare la fidanzata, neanche in fiction. Perché secondo il Safa, sindacato autonomo fidanzate accasate, lasciare la fidanzata nella vita reale è comportamento... antisindacale.

    Lara Lugli, il contratto di non figliare.

    La società con cui aveva un contratto l'ha citata per danni dopo che lei aveva chiesto il pagamento di uno stipendio arretrato. La società, società sportiva, ha esibito tanto di contratto con tanto di clausola a non figliare. E lei invece aveva tentato di figliare, era rimasta incinta anche se poi la gravidanza non era arrivata a buon fine. Clausola contrattuale a non figliare. Se ne ha traccia nelle transazioni riguardanti gli animali domestici e da allevamento e se ne ha documentazione negli atti di uso della popolazione in condizioni di schiavitù.

    Mattarella, molla la dose.

    Sergio Mattarella, Capo dello Stato, si è vaccinato in tempi e modi, in forma e sostanza di cittadino comune. Posto in fila per vaccinarsi assegnato per età, anche la fila in sala d'attesa rispettata. Ma la demo-idiozia non si è per questo ammansita, anzi si è eccitata. E quindi la demo-idiozia si è esercitata al suo massimo: è in salute, sta bene, doveva cedere la sua dose a qualcun altro. Sì, anche questo si è sentito, anche questo ha galoppato sulle praterie incustodite e selvagge della comunicazione. La demo-idiozia: ha cavalcato prima il "vaccinatevi voi politici per primi, fate da cavie". Poi ha cambiato cavallo per montare quello del "si vaccinano per primi perché sono la Casta che salta la fila" (variante: "c'è tappo nella siringa, fanno finta per imbrogliarci"). Per arrivare al "Mattarella, molla la dose! Che sei sano!". Che glielo dici a fare che il vaccino si fa ai sani perché restino sani? Che il vaccino non è una medicina che guarisce i malati? Che in una società consapevole di sé i vertici dello Stato è giusto e utile si vaccinino per primi, per collettiva sicurezza? La demo-idiozia non si spaventa e non si smonta con questi particolari.

    La Signora e la Attrice.

    Una Signora, con la maiuscola e non solo per titolo nobiliare. Una Signora che trova e usa le parole che la Attrice non ha trovato perché forse non  le aveva. La Signora ha detto: mi spiace, spiace a tutta la famiglia che abbiate sofferto. In ogni caso vi vogliamo bene e restate persone care a tutta la famiglia". La Attrice queste doverose parole non le ha messe nell'edificio vasto e lungamente costruito della sua intervista-manifesto-impresa. La stessa Attrice ha fatto però sapere che ai tempi, quando conobbe quello che era un principe neanche se ne accorse che era un principe, neanche (letterale) andò su Google a verificare chi fosse. Solo una Attrice poteva dire così. La Signora è la Regina Elisabetta, la Attrice (con la maiuscola e non per titolo artistico) è Meghan Markle.

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