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  • Montali vs Baldini:| Poltrona per due a Roma

    Montali vs Baldini:| Poltrona per due a Roma

    Oggi il gm dell'Inghilterra da DiBendetto. Show dello zio Tom a Testaccio: "Prendo una principessa, ne farò una regina".
    Montali contro Baldini, una poltrona per due nella Roma made in Usa.
    Questione di governance. Agli amanti dei giochi di ruolo, Roma offre una partita intrigante: Gian Paolo Montali da una parte, Franco Baldini dall'altra, il potere in mezzo. Ricevuto il comando di Trigoria nella fase di transizione dai Sensi agli americani, l'attuale direttore operativo giallorosso ha registrato da parte di Unicredit la promessa di un incarico di alto profilo anche nella Roma che verrà. Si intreccia, contestualmente, la chiamata del gruppo Usa al general manager dell'Inghilterra. Ieri Baldini è sbarcato a Fiumicino e tra oggi e domani vedrà DiBenedetto per conoscere il piano nel dettaglio. La chance di una seconda vita romanista: un progetto ambizioso, un budget idoneo e un ampio raggio di azione nella nuova società, per rilanciare la sfida al Nord.

    La sua battaglia al Palazzo, Franco Baldini, l'aveva interrotta sei anni fa, lasciando la Capitale: il caffè in Campidoglio tra Rosella Sensi e Giraudo, come l'alleanza della presidente con Galliani, poco si addicevano alle idee di un direttore sportivo che dell'affronto ai poteri forti aveva fatto il suo vanto. E che al fianco di Franco Sensi aveva dato filo da torcere alle rivali storiche dei giallorossi.

    La vita a Londra e il ruolo che ricopre nella nazionale inglese, a dire la verità, non gli dispiacciono affatto. Ma la possibilità di essere nominato direttore generale nella Roma di Thomas DiBenedetto è un richiamo al quale è difficile voltare le spalle. Perché stimola l'orgoglio e lo spirito di rivalsa. Sentimenti simili muovono Montali. Che ieri, nello stesso studio legale che ha visto trattare a oltranza Mister Tom e i vertici di Piazza Cordusio, ha finalmente avuto modo di incontrare l'americano: tre ore di colloquio intenso, la garanzia che il timone della società sarà suo almeno fino alla fine della stagione, ma nulla di più di qualche ragionamento sull'anno venturo. Vuole rimanere nel calcio, l'uomo venuto dalla pallavolo e crede che la nuova Roma possa coincidere con il suo modo di intendere un club: due strutture legate a doppio filo, una impegnata sugli aspetti manageriali, di immagine e comunicazione, l'altra concentrata negli ambiti strettamente sportivi.

    Qualcuno sussurra che una soluzione per far coesistere Montali e Baldini, nel futuro organigramma della Roma americana, si troverà. Eppure le ambizioni di entrambi rischiano di generare il corto circuito. Perché in ballo, nonostante le posizioni di facciata, c'è un ruolo di assoluto controllo delle manovre giallorosse. Quando Baldini fu contattato dalla Juve, con Montali prossimo al cda bianconero, l'operazione, fatalità, non andò in porto.

    E se l'esito delle forze in gioco si traducesse in una staffetta? Il contratto di Baldini con la federazione inglese scade tra un anno. Il tempo di vedere Montali accanto a Walter Sabatini, direttore sportivo in pectore con cui DiBenedetto ha già parlato. Dodici mesi, pure per testare l'affiatamento tra americani e Unicredit, che potrebbero accorciarsi a giugno, se Baldini dicesse subito sì. Per il momento, si registra l'affiatamento tra lo zio Tom e la città, dopo la visita nella storica sede dei tifosi romanisti a Testaccio: «La Roma è una principessa, noi ne faremo una regina». L'americano sa come far centro nel cuore.


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