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  • Montella a Firenze: 'Spero con Jovetic'

    Montella a Firenze: 'Spero con Jovetic'

    ACF Fiorentina comunica che Vincenzo Montella è il nuovo allenatore della prima squadra viola. E' stato firmato un contratto biennale, con opzione per la stagione successiva.
    Montella, nato a Castello di Cisterna il 18 giugno 1974, nella sua carriera da allenatore ha guidato la Roma e, nella stagione appena conclusa, il Calcio Catania, portando la squadra siciliana a ottenere il proprio record di punti in Serie A.
     

    Ecco le dichiarazioni di Montella riportate da fiorentina.it: "Sono qua con grande entusiasmo anche se non sono bravo ad esternarlo. Dentro di me provo una grande gioia ad essere qua oggi. Iniziare un grande percorso con una società che ha dimostrato una grande fiducia. Sono stati fatti sforzi notevoli per portarmi qua. Ringrazio la famiglia Della Valle ma anche i tifosi viola per le speranze che nutrono verso di me. Sono cresciuto a Empoli e credo di conoscere e capire i sentimenti e aspirazioni di questa tifoseria e città".

    Perché Firenze?

    "Perché mi è stata dimostrata grande fiducia. Hanno voglia di riappropriarsi di qualcosa che gli appartiene, e parlo di uno status in classifica. C'è grande entusiasmo da parte di tutti. Questa voglia di crescere appartiene anche a me. La proprietà stessa mi ha dimostrato grande fiducia. Questa è una grande responsabilità, così come allenare la Fiorentina. Ma questo non mi spaventa. Ci sono pro e contro ma sono pronto a questo".

    Se si è rotto qualcosa con la Roma?
    "Ci sono tante trattative, alcune vanno in porto altre no. La mia storia con la Roma è stata resa pubblica, nel calcio ci sono molte più trattative di quelle che voi possiate sapere. Questa non è andata in porto per tanti motivi".

    Jovetic: prima di parlare con lui, cosa pensi del giocatore?

    "Sicuramente è un giocatore incredibile, di prima fascia. Mi auguro di allenarlo, è straordinario e l'ho sempre temuto. Parlerò con tutti di persona, anche se le informazioni che traggo mi piace prenderle più dal comportamento. Sarà importante capire se è motivato e con i fatti se ha voglia di rimanere".

    A proposito di entusiasmo, nei tifosi è mancato negli ultimi due anni. Come si riportano i tifosi allo stadio?
    "Tra le cose che mi ha chiesto la proprietà c'è anche quella di ricreare entusiasmo e riappropriarci dei nostri tifosi. Questo è un nostro impegno. Questo nasce e cresce attraverso le prestazioni della squadra. Credo che i tifosi abbiano voglia di riappropriarsi della loro squadra, fatta di cultura e bel gioco. Mi è stato chiesto che la squadra abbia un'identità in cui anche la tifoseria si riconosca. E' sempre difficile parlare di sé stessi. Nel calcio credo che niente capiti per caso. Da quando ho smesso di giocare a calcio ho sempre continuato a formarmi. Per poter ambire a qualsiasi tipo di sogno è indispensabile passare attraverso la formazione".

    Il suo contratto è un biennale con opzione sulle stagioni successive. Quale l'obiettivo con la Fiorentina?

    "La nostra ambizione è riportare la Fiorentina laddove gli compete. Appena un gradino dietro da chi ha un budget diverso. Abbiamo bisogno dell'apporto di tutti e di un po' di tempo perché non sarà un percorso semplice. Il nostro obiettivo è tornare dove la Fiorentina è abituata a essere. Fondamentale è arrivarci attraverso le caratteristiche che la gente riconosce e in cui si riconosce: spirito di appartenenza e bel gioco in primis".

    La priorità?
    "Mi piacerebbe avere la squadra pronta per il 6 luglio. So che ci vorrà pazienza. Le trattative si possono ultimare negli ultimi giorni ma, essendo allenatore, mi piacerebbe avere la squadra pronta su cui lavorare anche se non sarà possibile subito. La squadra si può migliorare in tutto ma a volte si rischia anche di peggiorare quindi bisogna valutare attentamente senza avere smania. Mi piace vedere come si presentano il primo giorno di ritiro i giocatori e vedere come si sono preparati per la stagione in essere".

    Fiorentina, più rischi o vantaggi?

    "E' rischioso allenare dappertutto. Quando fai questo mestiere lo fai con passione. Un allenatore a cui rimango legato? Sicuramente ho avuto grandissimi allenatori, alcuni anche toscani come Spalletti o Mazzarri. Per un allenatore è importante essere sé stessi, solo così si è credibili. Se un atteggiamento seppur giusto non è tuo non ha la stessa efficacia".

    Un trascorso comune con Mihajlovic?
    "Allenare la Fiorentina è un onere e un onore. Sinisa resta un amico ma ognuno ha la sua storia. Mi auguro si possa guardare al futuro senza pensare troppo al passato soprattutto quello recente. Nutro grande fiducia e grandi aspettative in quest'avventura".

    Modulo?

    "Non credo molto nei moduli tattici, credo molto di più in un'idea-metodo di gioco. Jovetic è un giocatore eccezionale che in un 4-3-3 probabilmente non esprimerebbe il massimo delle proprie potenzialità. Il primo ragionamento da fare è questo, poi viene tutto il resto".

    Possibilità che Lodi e Barrientos vengano a Firenze?
    "Sono bravi giocatori così come a Catania ce ne sono tanti altri. Le valutazioni vanno fatte insieme e globalmente. Sono giocatori interessanti ma ce ne sono anche tanti altri".

    Punto di riferimento nella rosa?

    "Mi auguro di trovarne più di uno sia a livello tecnico che comportamentale. Ma devo vivere la quotidianità".

    Cerci e Neto?
    "Cerci è un giocatore di talento ma il talento da solo non credo basti. Devo valutarlo attentamente perché è un giocatore che potenzialmente può fare grandi cose. Devo parlare con lui, capirne le motivazioni e la sua voglia di rimanere a Firenze e far parte di questa squadra. Il portiere è ancora da valutare. Valuteremo le aspirazioni di Neto".

    Giocatori assolutamente da tenere?
    "Tecnicamente credo di conoscerli quasi tutti, ma non caratterialmente. Se devo buttarne qualcuno dalla torre dovrei quantomeno conoscerne il profilo non solo tecnico".

    Europei, sul gol di Di Natale:

    "C'è un legame particolare, ci lega una grande amicizia. Ho gioito oltremodo, ha un talento straordinario ed è cresciuto moltissimo negli anni. E' un giocatore che non finisce mai di stupire".

    Firenze piazza difficile?
    "Bel gioco e risultati, cercheremo di accontentare la piazza. Cercheremo di avere un'identità. E' quello che vuole la proprietà e credo anche i tifosi. E' una piazza importante ed è normale che ci siano più pressioni. E' una piazza esigente, ama il bel gioco ed è abituata a vederne".

    Dopo Montolivo, pericoloso ricostruire la Fiorentina su Jovetic?

    "Mi sembra diversa la situazione contrattuale. Non c' nessun equivoco su Jovetic: la nostra volontà è quella di tenerlo. Ma c'è anche una volontà del calciatore che deve essere espressa pubblicamente. Il giocatore ha un contratto lungo. Noi vorremmo ripartire da Jovetic e penso che questo sia chiaro. La miglior cosa è la trasparenza, l'importante è che si dica la verità. La verità è che noi vogliamo ripartire da Jovetic".

    Quanto tempo serve ad un allenatore perché possa dire questa è la mia squadra?

    "Dipende dal grado di recezione dei singoli e del gruppo. Non c'è un arco temporale. Una squadra di calcio è in continua evoluzione. Credo che si possano fare grandi cose. Nel mio piccolo di esperienza so che le opportunità possono capitare anche nella seconda parte di agosto, un allenatore deve sapersi adattare ad ogni situazione. So che le persone che lavorano nella Fiorentina hanno ancora più voglia di me, faranno di tutto per mettermi in mano una macchina che sia pronta a partire da subito o quanto prima. La squadra non è dell'allenatore ma della proprietà e soprattutto della tifoseria che è la cosa più importante, e l'unica che rimane nei cicli".

    Ritiro?

    "Inizieremo prima. Staremo una settimana a Firenze e andremo in ritiro il 16. Altrimenti sarebbe stato troppo tempo senza allenarsi".

    Staff?
    "E' in fase di ultimazione. La società mi ha messo nella condizione di poter esprimere le mie idee. Sarà numero. Ognuno avrà un ruolo ben preciso".

    Attacco?
    "Dipende molto anche dalle scelte degli altri giocatori. Vorrei prima di tutto un attaccante che facesse gol".

    Metodologia di lavoro: allenamenti anche aperti?
    "Sicuramente è una possibilità che dovrebbe avvenire lontana dai campini visto non credo ci sia agibilità per assistere. A me piace lavorare a porte chiuse, ma questo non toglie che talvolta mi piaccia sentire anche l'umore e il calore della gente".


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