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  • Monza, esonerare Stroppa è doloroso ma necessario: possibile che Berlusconi non se ne sia accorto prima?

    Monza, esonerare Stroppa è doloroso ma necessario: possibile che Berlusconi non se ne sia accorto prima?

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Giovanni Stroppa è un bravo allenatore. Ma la serie A, nella quale con merito ha portato il Monza solo qualche mese fa, non gli si addice. Sono filosoficamente contro i numeri perché, nonostante quel che si crede, mentono quasi sempre. O, più precisamente, inquadrano solo la realtà che si preferisce raccontare. Tuttavia basta una rapida ricerca per stabilire che le esperienze nella massima serie dell’allenatore brianzolo sono tutt’altro che rassicuranti. Solo sei vittorie e cinque pareggi su 39 panchine complessive. Nella sua prima esperienza in serie A, alla guida del Pescara, si dimise dopo tredici partite avendo raccolto appena 11 punti. Nella seconda, a Crotone, fu esonerato perché aveva collezionato dodici punti in ventiquattro gare. E, dopo appena due gare in serie A, il suo Monza non solo ne ha perse due su due, ma ha già subìto sei gol segnandone appena uno.

    La squadra l’ha fatta Adriano Galliani con i soldi di Berlusconi quindi non ha badato a spese e non si è posto limiti. Tredici nuovi acquisti, quasi tutti con trascorsi di serie A, né giovani, né vecchi, ma maturi e con qualche eccellenza assoluta: Marlon, Sensi, Pessina, Caprari, Petagna. Obiettivo dichiarato: la salvezza il prima possibile per poi occupare la parte sinistra della classifica. Insomma una posizione tra la decima e la dodicesima posizione.

    Ebbene, non solo la partenza è stata sconfortante, ma la stessa posizione di Stroppa, soprattutto dopo la sconfitta di Napoli, si è fatta pesante. La ragione non è la sconfitta di per sé, ma l’atteggiamento remissivo della squadra che, già in casa contro il Torino, aveva retto per mezz’ora appena. Certo, c’è stata qualche assenza importante (Pessina). Certo, qualche infortunio grave (Andrea Ranocchia proprio a Napoli) non ha aiutato. Ma pochi pensavano, dopo un mercato così ricco, ad un avvio tanto choccante. Il punto è che il Monza, dopo un radicale trapianto di calciatori di serie A, sembra solo una delle tre neopromosse. Cosa che non è più. Una situazione che né Galliani, né Berlusconi possono accettare.

    Venerdì in Brianza arriva l’Udinese e la vittoria, per il Monza, è obbligatoria. In caso contrario, potrebbe scattare l’esonero di Stroppa. Poi, di seguito, i biancorossi sono attesi da Roma, Atalanta e Lecce, un trittico che, al massimo, può fruttare tre punti. Se, dunque, Stroppa dovesse essere il primo allenatore a saltare, la domanda da porsi sarebbe la seguente: perché proprietà e dirigenza gli hanno accordato fiducia pur sapendo che non era l’uomo adatto né per curriculum, né per gestione? È probabile che Berlusconi abbia fatto prevalere lo spirito di riconoscenza. É sicuro che Galliani pensasse che, rafforzando la squadra in maniera adeguata, Stroppa avrebbe migliorato la qualità complessiva. È legittimo che lo stesso allenatore ritenesse di trovare la quadratura del cerchio prima dell’inizio della serie A. Ripeto: gli infortuni non lo hanno aiutato, però la povertà di manovra e di schemi offensivi è tale da chiedersi quando mai questa squadra possa fare arrivare la palla nell’area avversaria. Esonerare Stroppa, quindi, seppur doloroso sarà necessario. Berlusconi, seguendo le regole della casa, chiamerà Donadoni e Donadoni, fermo da troppo tempo, dirà sì. Per rilanciare il Monza, ma anche per ritrovare se stesso.

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